Lodi, no vax potrà lavorare in ospedale perché ha preso il Covid
Il Tar rinvia di sei mesi la somministrazione obbligatoria del vaccino a un operatore sanitario
Sei mesi: è il periodo di esenzione della vaccinazione che ha conquistato un operatore sanitario dipendente dell’Ats Città Metropolitana, che non si era voluto sottoporre al vaccino anti Covid “obbligatorio” e che per questo era stato sospeso dal lavoro, senza stipendio. Nel gennaio scorso era però risultato positivo al tampone e quindi la vaccinazione per lui era diventata sconsigliata «da tre a sei mesi» dopo l’avvenuta guarigione. E a quel punto il paradosso era che non poteva comunque andare a lavorare, ma neppure vaccinarsi. Il presidente della prima sezione del Tar di Milano, con un decreto, ha quindi disposto misure cautelari provvisorie, accogliendo “ai fini della reintegrazione nel posto di lavoro e nella retribuzione”, la richieste avanzate dal lavoratore, di annullamento dell’atto di accertamento dell’inosservanza di obbligo vaccinale emesso a suo tempo dall’Ats e della missiva del 28 luglio 2021 con la quale l’Ordine di appartenenza comunicava la sospensione di diritto dall’albo professionale, per mancato rispetto dell’ “obbligo vaccinale”.
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