Lodi, un nuovo “look” per la città: ecco i maxi insediamenti
Abb ed ex campo degli arcieri i cantieri più importanti
Tra Albarola e San Fereolo, anche la zona di Lodi che sta dietro la ferrovia, e nel corso dei decenni è diventata probabilmente tra le più popolose, si sta rinnovando e sta cambiando volto. Spicca su tutto, ovviamente, il grattacielo Zucchetti: l’intervento edilizio, benché sia tutt’altro che residenziale, ha cambiato la fisionomia di un quartiere che, fino a non molto tempo fa, era dominato dal parallelepipedo scuro e squadrato del vecchio Pirellino, mentre ora può vantare uno dei palazzi più innovativi della città. Che piaccia o no, infatti, il nuovo grattacielo è stato un investimento importante che ha trasformato il palazzo dotandolo di una “colonna vertebrale” antisismica, di pannelli solari e tecnologie all’avanguardia. Molti continuano a preferire il cubo di cemento che era quasi un simbolo della zona, ma i residenti ammettono che è solo questione di abituare lo sguardo. Sicuramente lo stanno facendo i lodigiani che abitano nel quadrilatero dell’Albarola, uno degli interventi edilizi più grandi nati in città negli ultimi anni. Il valore degli immobili della zona è elevato, ed è aumentato anche grazie alla realizzazione della piazza centrale che, nonostante qualche problema, è comunque un valore aggiunto per chi abita in un quartiere che è vicino a tutti i maggiori servizi: dalle scuole alla stazione, dai supermercati alle piscine. Per rendere più vivo questo “salotto” è nata anche un’associazione, un gruppo di persone-residenti e commercianti - che si dà da fare con iniziative di diverso tipo.
Alla Faustina, inoltre, in viale Piermarini, le gru sono al lavoro per costruire nuovi appartamenti in quello che è conosciuto come l’ex campo degli arcieri, un intervento a cura di Edilalba.
Ma anche la zona più vicina alla ferrovia aspetta da tempo un progetto di riqualificazione. Molti nuovi palazzi e condomini sono nati negli anni, ma l’enorme spiazzo delle ex-Officine Adda rimane vuoto: guardando dai numerosi fori della recinzione, si vede che, dove un tempo sorgevano i capannoni di una delle maggiori industrie della città, ora c’è il nulla più assoluto. Soltanto una infinita colata di cemento che, negli anni, si è rotta in più punti. Quelle che, decenni fa, erano erbacce che spuntavano dalle crepe, sono pian piano diventate arbusti e veri e propri alberi. Sull’area di 34mila metri quadrati è stata presentata un’offerta di acquisto dalla Tecno Consulent, società di costruzione di Cavernago. Il prezzo dell’operazione si aggira sui 18 milioni di euro, da cui dovrebbero essere sottratte le opere di bonifica che realizzerebbe il nuovo acquirente. Da tempo è partita una trattativa con il Banco Popolare. Nell’ambito del piano integrato sull’ex Abb, la banca ha previsto anche i fondi per il raddoppio del sottopasso di via Nino Dall’Oro.
Greta Boni e Federico Gaudenzi
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