Lodi, a palazzo di giustizia cinque nuovi magistrati
Un pm e quattro giudici, si stanno già occupando di indagini e udienze
«Lavoriamo nella logica del servizio, con umanità, perché solo così il grande potere che è affidato al giudice potrà essere accettato dalla società»: facendo proprio anche un pensiero del giudice Rosario Livatino il presidente del tribunale di Lodi Angelo Gin Tibaldi ieri mattina ha accolto, nella cerimonia di insediamento, i quattro nuovi giudici che, tutti tra i 30 e i 31 anni di età, sono entrati in servizio a Lodi: alla sezione lavoro Francesco Manfredi, alla Fallimentare Francesca Varesano, per il civile, per il penale Alice Tettamanti ed Eliana Capursi. «Sarà importante nella vostra professione anche la capacità di ascoltare e di confrontarsi, culturalmente e professionalmente», è stato, ricordando le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il saluto del Procuratore Domenico Chiaro, al cui ufficio è stata assegnata Martina Parisi, anche lei trentenne, quinto magistrato approdato ieri a Lodi. «Ascolto e umiltà vi preserveranno dalla superbia - ha proseguito il Procuratore - che è nemica del buon magistrato. E ricordatevi sempre che dietro ogni procedimento ci sono delle persone che soffrono o hanno sofferto, e che aspettano da voi, e solo da voi, giustizia». Il Procuratore ha anche invitato a un rapporto «leale e franco» con l’avvocatura.La presidente della sottosezione dell’Anm Elena Giuppi e presidente della sezione civile del tribunale ha augurato ai nuovi colleghi «di mantenere sempre l’entusiasmo di questo primo giorno, che sarà messo a dura prova in un lavoro non facile» e ha promesso il sostegno dei magistrati più esperti. La presidente dell’Ordine degli avvocati di Lodi Angela Maria Odescalchi ha sottolineato che «in questi ultimi anni il foro di Lodi è molto cresciuto, e tra i magistrati si possono trovare ottimi maestri». Nell’aula zero del palazzo di giustizia di Lodi sono intervenuti anche alcuni familiari dei nuovi giudici e pm, tutti al primo incarico dopo il tirocinio, in un momento che segna il vero inizio di una carriera professionale «cui siamo arrivati anche grazie al sostegno che ci hanno saputo dare per tanti anni le nostre famiglie», ha sottolineato uno dei nuovi giudici. Che poi sono saliti per la prima volta nei loro uffici e hanno trovato già pronta una serie di fascicoli di cui occuparsi
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