LODI Palio dei rioni e Wasken Boys, un futuro da scrivere per il “dopo Bisleri”
Un personaggio vulcanico e visionario, che lascia una pesante eredità da raccogliere
Non si tratta di raccogliere il baston de San Bassan, simbolo del Palio che, per anni, ha consegnato, insieme al sindaco della città, al rione vincitore. Anche se certo il suo testimone - a volergli strappare un ultimo sorriso - si potrebbe simbolicamente immaginare proprio così. Non si tratta nemmeno, forse, di replicarne l’attività operativa, perché certamente l’inarrestabile movimento di mente e cuore non è replicabile. Gigi Bisleri non lascia solo la città più orfana - come tutte le persone che hanno lasciato un segno indelebile del loro passaggio - , ma anche un’eredità morale, culturale, sportiva che si traduce nel tanto che ha fatto e nel tanto che ha insegnato, soprattutto nell’amore per la sua città. Lasciando perdere ritratti agiografici, se c’è una cosa che forse Bisleri può aver lasciato a tutti, anche a chi non ha mai seguito lo sport o non si è mai appassionato dell’unico palio in cui i cavalli non si azzoppano, è l’amore incondizionato per la “sua” Lodi, che veniva sempre prima di tutto e tutti. E renderla più importante, più conosciuta, più amata è stato sempre uno dei suoi obiettivi. Forse perché, come ha detto ieri il sindaco di Lodi Andrea Furegato, Lodi la sentiva “dentro”. Certo, c’è anche un’eredità operativa, c’è il “dopo” che, in qualche modo, andrà affrontato in tutte le sue sfaccettature, anche se oggi nessuno davvero vuole pensarci. Intanto nell’universo dell’hockey, la continuità operativa, da statuto, in caso di impedimento del presidente, viene assicurata dal vicepresidente. In questo caso i vice sono due, ovvero Gianbattista “Titta” Bagnaschi e Gianfranco Dragoni. Il consiglio è scaduto a ottobre e Bisleri, già in estate, aveva allertato il consiglio sulla necessità di trovare alternative alla sua guida, consapevole delle sue condizioni di salute. Il consiglio rimarrà in carica, si stima, fino alla prossima primavera, per l’approvazione del bilancio. Poi il futuro sarà da scrivere e certamente oggi è difficile da immaginare. Come è difficile pensare al futuro di quella festa popolare che negli anni è stato il Palio della Città di Lodi. Ha cambiato forma nel tempo, si è anche ridimensionato rispetto alle edizioni del passato, quando la festa durava più giorni, c’erano le presentazioni nei quartieri, c’è stata la Notte bianca del palio, con sfilata allegoriche delle barche e spettacolo pirotecnico sull’Adda. Il Palio però c’è ed è ancora una delle tradizioni identitarie della città e, come tale, è una delle eredità da tutelare. Il Palio è sempre stato Bisleri, in tutta la sua vulcanica presenza e capacità di essere un centro di gravità permanente. C’è sempre stato anche un gruppo organizzatore con i rappresentati dei vari rioni oltre a, naturalmente, il raccordo costante con il Comune di Lodi, che è anche finanziatore. Da quest’anno, complici anche il momento particolare e le difficoltà di salute di Bisleri, è entrata nell’organizzazione anche la Pro loco. «La scomparsa di Gigi Bisleri ha lasciato un vuoto incolmabile e in questo momento la perdita di una figura di tale rilevanza nel contesto cittadino ci impone solamente di rendere il doveroso omaggio a un uomo di autentico valore che non ha mai fatto mancare il proprio contributo nella valorizzazione a tutto tondo della realtà lodigiana - ha detto ieri, in una nota, l’amministrazione comunale - : la città dovrà rinunciare a una presenza veramente importante e incisiva e ha perduto un personaggio carismatico, oltre che un organizzatore instancabile». Prematuro pensare oggi, aggiunge l’amministrazione comunale, a come portare avanti il frutto delle sue idee. «Certamente la sua eredità non dovrà andare perduta, ma il compito che attende la città nel suo insieme è sicuramente gravoso, e affiora senz’altro la consapevolezza di dover mettere in campo un grande dose di coraggio e un’enorme carica di motivazione, fatta di umanità e passione, come accadeva in ogni sfida affrontata dal creatore della Wasken Boys, del Palio dei Rioni e di tantissime altre iniziative». Insomma «abbracciare la sua eredità dovrà in ogni modo prevedere una forte abnegazione da parte di tutte quelle forze presenti nella nostra città che sono interessate a mantenere vivo il ricco patrimonio lasciato in dote. E presto si dovrà iniziare a riflettere su questo aspetto».
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