Lodi, la perizia per il 56enne morto in Vespa: «Ha invaso la corsia opposta»

MAURO TRESOLDI L’incidente probatorio esclude violazioni nella condotta di guida da parte del 64enne di Lodi sul furgone coinvolto nella tragedia

Lodi

Il furgone del 64enne pensionato di Lodi (per cui la Procura aveva chiesto il carcere per “omicidio stradale”) viaggiava a 65 chilometri orari, in un tratto della provinciale 26 in cui il limite è a 70, tra Cà de Bolli e San Martino in Strada, all’altezza della discarica, e la Vespa del 1982 di Mauro Tresoldi, 56 anni, storico dipendente della Croce Rossa e poi del ministero della Giustizia, cancelliere penale e poi civile al tribunale di Lodi, a 50 - 60 chilometri orari. Ma il motociclo era nella corsia opposta alla propria. Che la Provincia di Lodi, dopo aver fatto riasfaltare il tratto, non avesse ancora tracciato la linea di mezzeria, subito comparsa l’indomani, non rileverebbe come concorso di colpa.Sono le conclusioni cui è giunto il perito Mauro Roberto Mariani, nominato dal Gip nell’incidente probatorio richiesto dal difensore dell’uomo del furgone, ex infermiere, per “cristallizzare” l’accaduto ancora prima di un eventuale processo. L’incidente si era verificato alle 5.50 del mattino del 15 novembre scorso, il 64enne aveva anche fatto il massaggio cardiaco allo sfortunato motociclista, che con quella Vespa era arrivato fino a Capo Nord, ma non era bastato.

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