Ultimi giorni dell’anno, con gli occhi delle forze politiche di Lodi puntati sul 2017, quando si terranno le elezioni amministrative che porteranno la città ad avere un nuovo sindaco. Senza candidati alla poltrona numero uno di Palazzo Broletto. È una situazione mai vissuta prima d’ora, quella che sta attraversando Lodi dal punto di vista amministrativo, non solo per le modalità della drammatica interruzione della legislatura e l’arrivo del commissario prefettizio, ma anche per la grande difficoltà che tutte le forze politiche stanno incontrando nell’individuare una persona da candidare a sindaco.
Quando si voterà?
Come abbiamo scritto pochi giorni fa, nelle segreterie di partito sono in molti a scommettere sulla terza domenica di maggio, il giorno 21, mentre l’eventuale ballottaggio avverrebbe il 4 giugno. Quest’ultima potrebbe essere la data che accorpa elezioni amministrative e politiche, in caso di scioglimento anticipato delle camere.
Ma se si andasse a elezioni anticipate a giugno, quasi 600 parlamentari (per l’esattezza 580) dei 945 attuali andrebbero a casa senza vitalizio. Un motivo in più per credere che i partiti faranno di tutto per spostare il voto più in là possibile. Tutto questo è dovuto a due delibere del 2012, che hanno modificato il sistema di previdenza di deputati e senatori, che ora si basa sul regime contributivo. Per raggiungere il vitalizio, i parlamentari dell’attuale legislatura devono aspettare di essere in servizio da quattro anni, sei mesi e un giorno di lavoro di aula. Quindi devono aspettare almeno il 17 settembre 2017. E solo dopo scioglierebbero le camere.
Se così avvenisse, i Comuni che andranno al rinnovo del sindaco - Lodi compreso - voteranno comunque in primavera, slegati dalla tornata delle elezioni politiche. Le quali, a questo punto, potrebbero tenersi anche prima di maggio.
Nel frattempo a Lodi le forze politiche navigano nel buio.
I tentativi di convincere un professionista o una donna in carriera a scendere in campo per Palazzo Broletto sono finora miseramente falliti. Non dimentichiamo che fare il sindaco a Lodi significa rimanere occupati sette giorni su sette mediamente una dozzina di ore al giorno, dovendo affrontare mille problemi e caricandosi di mille responsabilità. Con un emolumento che si aggira sui duemila euro mensili.
Nel centrosinistra
Nonostante la brutta avventura nella quale è incappato il Pd cittadino a seguito dell’arresto del sindaco, il centrosinistra resta il raggruppamento politico che – salvo sorprese – ha più possibilità di esprimere il futuro sindaco. A testimoniarlo è lo stesso esito del recente referendum costituzionale, con “sì” che in città si è attestato su oltre il 48 per cento, rispetto a meno del 52 per cento del “no” (ricordiamo che nel Lodigiano il “sì” si è fermato al 42 per cento).
Considerata la situazione e nell’auspicio di far dimenticare in fretta la “vicenda Uggetti”, i maggiorenti del Pd hanno escluso fin dall’inizio di cercare candidati sindaci tra gli iscritti al partito, rivolgendosi direttamente ad esponenti della cosiddetta “società civile”.
È certo che fino ad ora hanno cortesemente declinato l’invito a scendere in campo Corrado Sancilio preside dell’Istituto “Agostino Bassi” (che ci dicono sia stato corteggiato anche da esponenti del centrodestra), Paolo Landi (responsabile di Progetto Insieme e responsabile sviluppo della Banca Popolare di Lodi), Pierluigi Carabelli (commercialista molto conosciuto a Lodi) e un noto giornalista cittadino.
A proposito di giornalisti: corre voce che nei giorni scorsi siano stati visti, in un ristorante di Lodi, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, l’ex sindaco Guerini e il lodigiano Roberto Arditti, quest’ultimo ex direttore comunicazione e relazioni esterne di Expo 2015 e insegnante all’Università Uilm di Milano nel corso di giornalismo. Questo ha prodotto il risultato che da qualche giorno in città nell’elenco dei possibili candidati sindaci del centrosinistra è apparso anche il nome di Arditti.
Un cortese diniego è arrivato anche dall’ex sindaco Aurelio Ferrari, oggi impegnato nel campo della disabilità, alla Fondazione Danelli.
Comunque vada, l’indicazione finale arriverà dal vice segretario nazionale Pd, il lodigiano Lorenzo Guerini, il quale in questi giorni è sceso in campo affrontando di petto la vicenda. Qualora le persone contattate non dovessero ripensarci nel loro diniego, al Pd non rimarrebbe che una scelta di carattere politico: schierare il segretario provinciale, Fabrizio Santantonio, sindaco di Maccastorna, forse non molto benvisto dall’estrema sinistra del partito, ma che di contro potrebbe raccogliere molti consensi nell’elettorato di centro.
Nel centrodestra
Se Atene piange, Sparta non ride. Il centrodestra, quanto a candidature, non è messo meglio del centrosinistra. Il centrodestra, infatti, avrà buone possibilità di riuscita solo se riuscirà a trovare una persona in grado di riunire le sue tante anime sotto una sola bandiera. Una persona che sia nota e conosciuta in città.
In Forza Italia si dibattono tuttora le due candidature di Lorenzo Maggi ex consigliere comunale azzurro e di Giuliana Cominetti esponente delle Liste civiche: nessuno dei due sembra essere intenzionato a fare un passo indietro e a sostenere l’altro in una corsa verso Palazzo Broletto.
La Lega nord, dal canto suo, dopo un avvicinamento ad Alleanza Lodigiana (con la quale in questi mesi ha organizzato svariati momenti pubblici in città) ha iniziato da tempo la ricerca di un candidato in grado di superare il dualismo presente in Forza Italia. Fonti bene informate assicurano che sono andati a un soffio dalla possibilità di strappare l’assenso a Patrizia Codecasa, notaio di Lodi e per un breve periodo rappresentante territoriale della Fondazione Cariplo; quest’ultima dopo un periodo di riflessione ha però rifiutato l’offerta.
Lo stesso avrebbero fatto Ambrogio Sfondrini (ex direttore generale della Banca Popolare di Lodi e padre di Michela, ex consigliere comunale di Sel) e Angelo Frosio (fondatore e anima della Scuola Bergognone, più gradito ad Alleanza Lodigiana che non alla Lega). Sembra essere esclusa la possibilità di una discesa in campo dell’ex sindaco Alberto Segalini, così come Alleanza Lodigiana avrebbe accantonato l’idea di far correre il medico Vittorio Sala.
Tira aria di primarie
Nel centrodestra per risolvere il problema della scelta di un candidato sta iniziando a circolare con insistenza, da qualche giorno a questa parte, la possibilità di organizzare delle primarie.
Un’iniziativa, questa, mai registrata in questo raggruppamento politico e che paradossalmente creerebbe qualche problema all’interno del centrosinistra, che questa volta vorrebbe scegliere un candidato in modo diretto, senza ricorrere a consultazioni pubbliche.
E in caso di primarie potrebbe ridiscendere in campo l’ex sindaco Simone Uggetti, che all’interno del Pd – in particolare nell’ala proveniente dal vecchio partito comunista – godrebbe ancora di un sostegno discreto.
Cinque stelle
Resta infine la terza incognita, rappresentata dai Cinque Stelle, i quali raccoglieranno sicuramente un consenso molto maggiore rispetto a quello delle ultime elezioni comunali. La loro presenza a Palazzo Broletto è stata tambureggiante e in questi anni hanno incalzato la giunta Uggetti sui tanti problemi che travagliano la città, ricevendone un discreto consenso popolare. Gli esponenti locali del movimento di Beppe Grillo hanno da tempo dichiarato di essere al lavoro per scegliere l’aspirante sindaco. Protagonista della corsa per Palazzo Broletto potrebbe essere l’attivista Massimo Casiraghi.
Tutte le elezioni comunali precedenti hanno dimostrato che a Lodi la gente vota la persona prima del partito o del movimento. Un aspetto, questo, che potrebbe nuocere ai Cinque Stelle, lanciatissimi a livello nazionale, ma con esponenti locali – salvo eventuali sorprese - molto poco conosciuti tra la gente di Lodi.
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