Arriva da Sassuolo (Modena) per mettere le mani nelle tasche del cappotto di un ingegnere nell’anticamera di uno studio di piazza della Vittoria, nel cuore di Lodi. L’equipaggio di una volante della questura ha arrestato mercoledì, attorno alle 18.30, nello studio dell’ingegner Gianluca Scotti, noto professionista lodigiano, un 41enne nato in Germania, figlio di emigranti italiani, e ufficialmente domiciliato nella capitale della ceramica, con l’accusa di tentato furto aggravato. S.G., queste le iniziali dell’arrestato, è stato poi mandato libero dal giudice Manuela Scudieri, con l’obbligo di presentarsi 3 volte la settimana, dalle 9 alle 11 del mattino, a firmare il registro presso il commissariato di Sassuolo. Tra due settimane potrebbe essere pronunciato il verdetto.
Su S.G. si è creato un piccolo “giallo”: alla questura risulta abbia già riportato sentenze di condanna, al difensore d’ufficio Gianluca Maglio e al giudice, che hanno fatto riferimento al casellario giudiziale, risulta incensurato, anche se comunque denunciato più volte per reati contro il patrimonio.
A sorprendere l’intruso nello studio al 29 di piazza della Vittoria è stato G.M., un collaboratore dell’ingegnere: ha trovato lo sconosciuto nell’anticamera, dove era appeso anche il cappotto del titolare, lo ha bloccato e ha allertato il “113”. Non risulta che il presunto ladro abbia fatto resistenza.
Davanti al giudice ha ammesso i fatti: «La porta dello studio era aperta. Nel cappotto cercavo qualcosa: volevo frugare, ma quel ragazzo mi ha visto, e non ho fatto in tempo a prendere niente». Il giudice ha chiesto come mai fosse a Lodi, e l’imputato ha raccontato la sua storia: sostiene di essere di fatto senza fissa dimora, di non avere un lavoro regolare dal 2005, che la moglie lo ha lasciato, e che i loro due figli vivono a Sassuolo ospiti dei nonni. A Lodi, sostiene, ci sarebbe arrivato in treno, «per vedere com’è la città, dato che vado in giro a bussare alle parrocchie per chiedere aiuto». In passato avrebbe lavorato nell’industria della ceramica e quindi come benzinaio, «in nero».
Il pm Mario Bonizzoni ha chiesto la custodia cautelare in carcere, il giudice invece, evidenziando che «i precedenti di polizia sono risalenti nel tempo» ha optato invece per una misura meno afflittiva. Il questore potrebbe poi valutare di imporre al 41enne il foglio di via obbligatorio dal comune di Lodi.
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