LODI Quando la ciclabile finisce nel nulla pedalare diventa un’avventura

Ci sono alcuni punti in città dove il tracciato protetto si interrompe senza preavviso

E se a un certo punto la pista ciclabile finisce “nel nulla”? Non sempre, in città, i percorsi per chi viaggia su due ruote hanno un inizio e una fine in totale sicurezza. Tre le segnalazioni più importanti arrivate dai ciclisti: la prima riguarda, ancora una volta, il percorso sull’asse via San Bassiano-via Lodivecchio, trafficatissimo e per questo pericoloso. Una volta superato l’incrocio con via Pace di Lodi, infatti, tutto s’interrompe e le biciclette si ritrovano sulla carreggiata normale, sull’asfalto solo una striscia rossa che a stento si vede e che dovrebbe indicare una ciclabile. Di fatto, da prima della parrocchia fino al Sandone, è meglio pedalare facendo bene attenzione, soprattutto alle corrierine.

Il secondo caso si trova su via Defendente, un altro punto del capoluogo dove, a proposito di traffico, non si scherza. E dove, come per via San Bassiano-via Lodivecchio, gli incidenti - anche gravi - non sono mai mancati. La pista per le due ruote si trova, procedendo dal tribunale verso il ponte, sul marciapiede ma una volta raggiunti gli uffici della questura scompare. Da quel momento in poi, il ciclista si deve arrangiare. La condivisione degli spazi tra pedoni e ciclisti, quando non opportunamente delimitata, può creare equivoci, come accade a volte lungo il Passeggio.

Il terzo caso riguarda invece viale Trento e Trieste, importante strada di collegamento davanti alla stazione. Sia che si arrivi da via Nino Dall’Oro, dove una pista c’è, sia che si sopraggiunga da viale Dante, una volta in viale Trento e Trieste non c’è più nulla per i ciclisti, che spesso preferiscono viaggiare sul marciapiede per evitare di finire in mezzo al traffico.

Se si affronta questo discorso con gli appassionati della due ruote, le segnalazioni si moltiplicano. «A dire il vero - precisa S.M., 48enne lodigiano - la stessa cosa accade su via Santa Francesca Cabrini, a Porta Regale, dove tra l’altro ci sono due scuole. Un’altra situazione di indecisione o poca sicurezza è in viale Piave, dopo il ponte dell’Adda, dove non si sa mai come fare tra chi parcheggia in divieto e la segnaletica inesistente».

I casi citati riguardano i tragitti che si snodano in città, utilizzati anche per gli spostamenti di lavoro o per la scuola. Diverso il caso dei percorsi più turistici o di relax, un capitolo a parte. Ed è a questo proposito che c’è chi fa presente che se un tragitto fino all’Isolabella c’è, manca invece dall’altra parte, dal ponte dell’Adda verso piarda Ferrari: «C’è l’argine, ma è pedonale».n

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