
(Foto di Borella)
COMMEMORAZIONE Le massime autorità civili e religiose del territorio nella Sala dei Comuni di via Fanfulla
Lodi
Un momento per ricordare, di ieri, nel tardo pomeriggio, nella sala dei Comuni della Provincia di Lodi, dove si sono svolte le celebrazioni del 10 febbraio, Giorno del ricordo, con relatore il professore dell’ Università Statale di Milano Marco Cuzzi. Lo studioso, già presente due anni fa a Lodi per la medesima ricorrenza, ha tenuto un intervento dal titolo “Riflessioni sul 10 febbraio” con alcune considerazioni sul significato del Giorno del ricordo volte ad approfondire le vicende del tormentato arco temporale che, dal settembre del 1943 al maggio del 1945 e poi anche fino al 1954, hanno interessato il territorio giuliano dalmata. Il momento di incontro è stato organizzato dalla prefettura in collaborazione con il Comune di Lodi, la Provincia di Lodi e l’Associazione nazionale Cavalieri al merito della Repubblica italiana - Sezione di Lodi. Ad aprire il pomeriggio è stato il presidente dell’ente di via Fanfulla, Fabrizio Santantonio, che ha parlato del ricordo come «un passaggio importante per ricostruire gli eventi storici passati e tracciare la storia che ancora dobbiamo fare insieme. Dobbiamo metterci spesso dalla parte dell’altro e di chi ha subito eccidi e deportazioni, ma con l’obiettivo comune di voler costruire un futuro univoco». Per il Broletto c’era la vicesindaco Laura Tagliaferri: «La storia delle foibe e degli esuli giuliano-dalmati è una storia di rimozione e oblio, di vicende piegate agli interessi di parte. Ben vengano iniziative di carattere istituzionale, perché permettono una lettura capace di costruire traiettorie per delineare il mondo che ci circonda. Vi sono assonanze tra questi fatti e quello che sta succedendo oggi. Una tragedia, quella delle carovane di popoli in movimento da terre che oggi non esistono più, che sta avvenendo anche nelle guerre alle porte dell’Europa. La memoria di questi fatti deve essere monito ed impegnarci alla pace».
All’incontro era presente il vescovo di Lodi monsignor Maurizio Malvestiti che ha sottolineato come «il silenzio circoscrive i confini del male e tenta di occultarlo. Il ricordo invece li fa sconfinare e conduce al centro della storia ciò che era stato confinato. La ferita evocata da questo giorno ci impone di porvi rimedio attraverso la fratellanza universale. Una ferita profonda ma non incurabile, confidando nella medicina della misericordia che genera la giustizia senza la quale la speranza sarebbe solo illusione».
A introdurre l’intervento di Cuzzi è stato il prefetto Enrico Roccatagliata, che, citando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha spiegato come «l’istituzione del Giorno del ricordo ha contribuito a riconnettere alla storia italiana un capitolo tragicamente rimosso. Ogni ingiustizia deve essere ricordata e la memoria delle vittime onorata. Le foibe restano il simbolo più tetro, e nessuna provocazione può ridurre il ricordo e limitare la dura condanna». (ha collaborato Federico Dovera)
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