LODI Sarà giovedì a Robadello l’ultimo saluto a “Yanez”

Enrico Folli, 50 anni, è stato travolto e ucciso il 29 ottobre alla fermata dell’autobus di Cava Manara

Cristina Vercellone

Sarà domani, giovedì, alle 10.30, nella chiesa di Robadello, a Lodi, l’ultimo saluto a Enrico Folli, per tutti “Yanez”. Classe 1970 Yanez se n’è andato il 29 ottobre, investito da un’auto mentre aspettava, in piedi, alla fermata dell’autobus, a Cava Mara, in provincia di Pavia. L’incidente è avvenuto proprio davanti a casa dove Folli, originario di San Fereolo, a Lodi, abitava da qualche anno. Il colpo da dietro gli ha rotto le due vertebre del collo, è il primo esito dell’autopsia, e per lui non c’è stato nulla da fare. «Siamo cresciuti insieme, è stata una doccia gelata», commentano il cugino Gabriele Cornalba e la mamma Teresa. Era soprannominato Yanez, spiega il cugino, perché da giovane era sempre in coppia con un amico che aveva i capelli lunghi. L’amico era Sandokan e lui Yanez. Aveva una passione sfrenata per il canto e la danza. «Ha sempre avuto una bella voce - raccontano i parenti -. Dopo aver cantato come solista e con vari gruppi, si era buttato in un coro gospel che era quello che lo rappresentava più di tutti».

Yanez era molto attivo anche nell’ambito del volontariato: era stato impegnato con l’Unitalsi e in tante iniziative per i ragazzi più bisognosi. Partecipava anche al gruppo di Camporinaldo. «Era sempre molto attivo e pieno di vita - ricordano Gabriele e la signora Teresa -, andava anche a correre, ma la sua passione più grande era la sua bambina di 11 anni, Francesca». Yanez lavorava all’Esselunga della sua zona, nel reparto latticini e anche mentre lavorava, cantava, intrattenendo i clienti. «Non si fermava mai - dice Gabriele - era adrenalina pura, anche nelle feste di paese lui c’era a dare una mano. I ragazzi disabili lo adoravano, perché lui era pieno di energia. Le cose si possono fare in tanti modi e il suo era questo». Yanez era molto attaccato alla famiglia e alla mamma: veniva sempre, a Lodi, ad aiutarla. «La nostra - dice Gabriele - è una famiglia molto unita».

Folli lascia nel dolore, oltre alla compagna, alla bambina e alla mamma Cesarina, la sorella gemella Nadia e la sorella maggiore Stefania.

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