LODI «Scomparsi 146mila euro», un ex avvocato finisce a processo
Denuncia di una pensionata di 77 anni, il professionista si difende: «Le ho restituito tutto in contanti»
«Ho dato 146mila euro in gestione a un avvocato e non mi sono stati mai restituiti»: è il contenuto di una denuncia presentata nel 2015 da una pensionata lodigiana che è costata il rinvio a giudizio per l'ipotesi di “appropriazione indebita” di un professionista pugliese, V.Z., già noto alle cronache per ben altre vicende, e attualmente non abilitato all’esercizio della professione forense.
La donna, che ora ha 78 anni, nel lontano 2007 aveva avuto a disposizione la somma e per motivi personali aveva deciso di farla gestire a una terza persona. L’avvocato le era stato presentato da un’amica e l’aveva conosciuto in un tribunale, in occasione di una causa, e si era fidata. La somma, per quanto emerso dal processo in corso a Lodi, la donna glie l’aveva affidata con un atto di procura presso un notaio. Nel 2008 si sarebbero poi aggiunti altri 30mila euro, circa, che la donna sostiene di aver consegnato al professionista dietro ricevuta. Nel 2014 però la lodigiana avrebbe richiesto la restituzione delle somme e quindi, non ottenendo risposte concrete se non una serie di promesse, aveva denunciato il professionista.
Mandato a processo, V.Z., che si dice non colpevole, ha quindi presentato in tribunale delle quietanze dalle quali risulterebbe che lui ha restituito alla pensionata lodigiana tutte le somme, con tanto di firme della donna stessa.
Per questo ieri il giudice ha disposto una perizia calligrafica su quelle firme, incaricando una consulente di Milano, che darà il suo responso entro la prossima udienza, già fissata per l’inizio di febbraio. La donna, che attualmente si è trasferita all’estero in un Paese dove il costo della vita è inferiore, dato che la maggior parte dei suoi risparmi sono invischiati in questa annosa vicenda giudiziaria, si è già presentata in tribunale per confermare la propria versione dei fatti. Ma dopo di lei, come testimone della difesa, è comparso un ristoratore gardesano che, sotto giuramento, ha raccontato di averle consegnato personalmente in due occasioni diverse migliaia di euro in contanti, su indicazione dell’”avvocato”, come quote di una pattuita restituzione graduale della somma.
Sull’intera vicenda, visti i tempi passati tra la denuncia e il processo, incombe ormai la prescrizione. La procura della Repubblica di Lodi inizialmente aveva anche valutato l’archiviazione, cui l’avvocato di parte civile Francesco Rozza si era opposto. La guardia di finanza aveva accertato che i due conti sui quali l’ “avvocato” aveva versato i 146mila euro della pensionata erano stati gradualmente svuotati con vari prelievi e lasciati in rosso.
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