
Otto giorni fa, pochi minuti prima delle 17.40, tre spari nel buio squarciavano il silenzio di via del Tempio, di fianco alla chiesa della Maddalena: a terra, con due fori di proiettile nel torace, pochi istanti dopo un passante ha trovato il carabiniere di quartiere Giovanni Sali, 48 anni e due figlie, originario di Gombito e residente a Cavenago d’Adda, che ai soccorritori del “118” ha provato a raccontare tutto, ma la sua voce era ormai un rantolo incomprensibile. Nessun testimone oculare, nessuno che sarebbe stato visto fuggire da quel vicolo, e, da subito, «indagini a 360 gradi» su quello che tutti definiscono «un delitto anomalo». Anche perché a sparare quasi a bruciapelo sarebbe stata la stessa pistola d’ordinanza del carabiniere, come se qualcuno fosse riuscito, nonostante la sua prestanza fisica, a girargliela contro e a premere il grilletto.
Nelle prime ore gli inquirenti apparivano ottimisti, forse per la presenza di una traccia, ma successivamente la procura della Repubblica di Lodi ha addirittura smentito che qualcuno possa aver espresso l’aspettativa di una svolta imminente nelle indagini. I primi esiti dell’autopsia e delle perizie balistiche sono stati secretati e le redini delle investigazioni, coordinate dal pm Giampaolo Melchionna e dal procuratore capo Armando Spataro, sono state prese dal reparto operativo speciale dei carabinieri.
In via del Tempio sono stati effettuati almeno quattro sopralluoghi tecnici, con fotografie, tamponi biologici affidati al Ris di Parma, simulazioni della dinamica della sparatoria. Prima i tre bossoli, poi, dopo attente ricerche, anche i proiettili, sono stati ritrovati, uno perfino infilato dentro un garage a decine di metri di distanza.
E la città, ormai da una settimana, viene passata al setaccio: lunghi interrogatori di vicini di casa, testimoni e pregiudicati, identificazioni di massa nei bar, controlli sulle strade con l’ausilio del “battaglione” dei carabinieri con tanto di fucili automatici da guerra. Attività di prevenzione, per restituire una sensazione di sicurezza alla città che ancora ritiene impossibile un omicidio simile, ma anche per far sentire sotto pressione chi delinque, e raccogliere tutto quanto può essere utile per le indagini. Mobilitato dall’Arma anche uno specialista di analisi di profili psicologici e scene del crimine.
Mercoledì Lodi si è fermata per i funerali solenni: in piazza e in cattedrale molte migliaia di persone in perfetto silenzio, come mai si era visto, un corale abbraccio a Giovanni che, sempre presente, con il suo blocco annotava informazioni per i colleghi, e che faceva sentire sicuri commercianti e residenti. E anche un enorme segno di solidarietà all’Arma.
Ieri pomeriggio in prefettura si è tenuto invece un vertice tra il procuratore facente funzioni Spataro, il suo successore Vincenzo Russo, che si insedierà in gennaio, e i vertici delle forze dell’ordine con compiti di polizia giudiziaria di tutto il territorio: «Un incontro pianificato da molto tempo, molto prima di sabato scorso - assicura Spataro - che è stato molto positivo e che serve perché investigatori e pubblici ministeri lavorino ancora meglio insieme»
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