Un botto pauroso «come un’esplosione». È quello avvenuto ieri alle 17 in via Magenta, incrocio con via Battagio, teatro di uno scontro auto-moto tanto fragoroso da essere udito a finestre chiuse dai residenti della via. A farne le spese, un 27enne lodigiano, M.S. le sue iniziali, schiantatosi con la sua Kawasaki di grossa cilindrata contro una Mini Cooper condotta da B.B., 22enne lodigiana. «Me ne sono accorta solo quando mi è arrivato sulla portiera, arrivava davvero velocissimo», spiega quest’ultima, che diretta verso il tribunale, percorrendo via Magenta, assicura di aver ben guardato lo specchio su via Battagio, prima di procedere “avanti piano” dallo stop. Dinamica e responsabilità, comunque, sono ancora al vaglio della polizia locale, costretta peraltro anche a chiudere temporaneamente al traffico le due vie coinvolte; ciò nella speranza di ascoltare al più presto anche la versione del centauro, che trasportato all’ospedale Maggiore di Lodi, dolorante ma cosciente, vi ha trascorso la notte in osservazione, con un dito rotto e un forte trauma addominale. Venisse confermato, il bollettino medico avrebbe del miracoloso: come miracoloso è parso vedere parlare il motociclista a tutti coloro che, richiamati dal boato, si sono precipitati all’incrocio per vedere cosa fosse successo. Davanti ai loro occhi, e a quelli della polizia, un’immagine grottesca e spaventosa: in mezzo alla strada, piantata, la Mini Cooper, nemmeno troppo danneggiata; sulla sua fiancata destra, quasi spiaccicata, capovolta, la potente Kawasaki del centauro, che all’incrocio era arrivato percorrendo via Battagio verso corso Archinti. Arrivava da destra, con diritto di precedenza; se e quanto forte lo stabiliranno i rilievi, come il punto preciso di impatto e la strana dinamica che ha fatto capottare la moto sulla fiancata, il manubrio verso sinistra, ed M.S. dall’altra parte, davanti alla Mini. Mentre automedica e Croce bianca portano via il centauro, qualche residente avverte: «Questa strada è pericolosa, anche di notte si sentono frenate spaventose». Qualcuno propone dissuasori, specchi migliori, persino una raccolta firme, anche per le vie vicine; altri invece osservano, scuotono la testa e sospirano che, prima di tutto, ci vorrebbe un po’ più di attenzione, e un po’ meno fretta. Da parte di tutti.
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