
Attimi di tensione lunedì pomeriggio al Belgiardino per una donna, dell’apparente età fra i 30 e i 40 anni, che si è parzialmente immersa in una delle vasche per i bambini della piscina del Belgiardino indossando, secondo alcuni testimoni, una tunica e un paio di jeans, e con il capo coperto da un altro indumento di foggia arabeggiante. I bagnini sono intervenuti per invitare la donna a rispettare il regolamento, che impone l’uso del costume per l’accesso alle vasche, ma si sono fatti avanti tre nordafricani, dalla corporatura robusta, che hanno cominciato a discutere. Convincendo infine il personale che la donna indossava un costume del tipo “conforme” a una certa visione dell’Islam, il celeberrimo “burkini”: «Si trattava di un costume in nylon - rassicura Renato La Rana, direttore tecnico di Acquatica, la società di Castelleone che gestisce il parco -, e quindi conforme alle regole della piscina. Avevamo già discusso con il Comune riguardo ad evenienze simili e abbiamo seguito le indicazioni che ci sono state date. Mancava la cuffia, ma la donna comunque non ha immerso il capo nella vasca, molto bassa». In giornata altri due bagnanti, senza ombra di dubbio non conformi, sono stati invece bloccati: due albanesi, all’apparenza ubriachi, che pretendevano di tuffarsi vestiti.
Alcuni Comuni, anche in Italia, hanno vietato l’uso del burkini negli impianti natatori sportivi, per motivazioni igieniche. Mentre all’estero, ad esempio a Cannes, il divieto vige anche per le spiagge, in nome della “laicità”. «A Ferragosto comunque c’è stato un enorme afflusso alle vasche, al punto che in nottata abbiamo dovuto potenziare il ciclo di depurazione e ricambio dell’acqua, che ieri (martedì, ndr.) a mezzogiorno è tornata in condizioni ottimali. Nonostante un paio di problemi idraulici, la giornata è andata bene e siamo riusciti a gestire positivamente il grande afflusso».
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