Lodi, tornano le note del prezioso organo dell’Incoronata VIDEO
Alle battute finali il lavoro di recupero dello strumento del Cinquecento
All’Incoronata torna a suonare il prezioso organo del Cinquecento. I lavori per il restauro, destinati a restituire allo strumento la piena efficienza fonica, sono ormai alle battute finali. Il termine è previsto entro un paio di settimane, in base alle ultime indicazioni della ditta, un altro passo in avanti per ridare al tempio civico lo splendore che merita. Nel 2021 partirà invece il cantiere per risolvere il guaio delle infiltrazioni.
Il progetto di recupero è stato realizzato dalla ditta Colzani Organi (Como) e contemporaneamente è stato affidato un intervento contro i tarli allo Studio Restauro di Beni culturali di Paolo Mariani (Crema). L’importo complessivo delle opere ammonta a 27.328 euro.
L’organo, realizzato da Domenico De Lucca nel 1507 e rifatto da Giovanni Battista Chiesa nel 1775, presentava diffusi problemi di accordatura. Per risolverli, le canne in metallo sono state rimosse e trasportate in laboratorio per la pulizia con aria compressa e per il ripristino della conformazione originaria. Le riparazioni delle altre componenti sono invece ancora in corso sul posto. I registri richiedono un accurato lavoro di intonazione, per correggere le numerose irregolarità di emissione.
Per quanto riguarda lo stato di conservazione dei materiali, le pelli del mantice risultavano abrase nei punti più ammalorati e sono state sostituite. I tiranti in ferro della meccanica erano coperti da uno strato di ossido rugginoso che è stato rimosso. Si è anche provveduto ad eliminare attriti e cigolii prodotti dall’ossidazione o dai depositi di polvere.
All’interno della segreta del somiere maestro erano presenti tracce di muffe che sono state adeguatamente trattate.
Le parti lignee (canne, pedaliera, leggio, panca dell’organista e alcune porzioni della consolle) sono state pulite, disinfestate con l’utilizzo di prodotti autorizzati e inoculati in modo puntuale, senza nessun rischio per i custodi e i visitatori. La disinfestazione ha interessato anche gli armadi in noce della Sacrestia, risalenti alla metà del ‘700. I lavori non hanno comportato limitazioni di accesso all’Incoronata, considerata il fiore all’occhiello della città del Barbarossa: da giugno a ottobre, il registro delle presenze è un fitto susseguirsi di firme e commenti rapiti, circa quattrocento nel giro di quasi quattro mesi. Visitatori in arrivo dall’Italia e dal mondo, da Napoli fino alla Filippine.
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