LODI Via Dall’Oro, cantiere eterno: commercianti in ginocchio. «Perso il 75% del fatturato»

Gli scavi per il sottopasso durano da un anno, alcuni negozi hanno deciso di rimanere chiusi, altri hanno ridotto gli orari

Il cantiere è lì a un passo, occupa gran parte della porzione conclusiva di via Nino Dall’Oro, all’incrocio di viale Trento Trieste. Da un parte c’è un piccolo percorso perdonale, da quella opposta una chicane lasciata per le auto, per non interrompere il traffico, come accade invece su viale Trento Trieste. Del via vai di persone a piedi e in bici che, nelle ore di punta, si indirizzava verso il percorso sotto i binari, ovviamente non c’è più traccia, perché il luogo non è più la via privilegiata dai popolosi quartieri San Fereolo e Albarola verso il centro città.

A un anno della chiusura ai transiti del sottopasso ferroviario ciclopedonale tra via Nino Dall’Oro e viale Pavia, per il maxi cantiere dedicato al raddoppio del percorso, «facciamo il 25 per cento del fatturato giornaliero rispetto al 2022: se avessimo dovuto pagare l’affitto avremmo già chiuso da tempo, perché i conti non tornano». A raccontare quello che stanno vivendo, dalla vetrina che affaccia su via Nino Dall’Oro, sono Marcela Castro e Roberto Duque, nel negozio La Empanaderia, che ha portato a Lodi il gusto latino e la specialità dell’empanada, attiva dal 2020. L’apertura era per prevista per il febbraio 2020, ma la pandemia da Covid-19 ha riscritto tutto. E quindi mesi di negozio chiuso, delivery e tutto quello che è capitato e rimane impresso nella mente di tutti. «Ci eravamo ripresi bene e abbiamo lavorato molto poi, almeno fino alla chiusura del percorso - spiega Marcela - : oggi, dopo un anno dalla chiusura, la situazione è drammatica, perché abbiamo una perdita del 75 per cento sul fatturato giornaliero. Se avessimo dovuto pagare l’affitto, avremmo già chiuso, ma ora che scelte abbiamo? Di certo l’attività non possiamo cederla, non varrebbe molto. C’è chi ha scelto di aprire solo per parte del giorno e anche noi stiamo valutando di chiudere la mattina e di lavorare fino a mezzanotte con le piattaforme per il domicilio e c’è chi si è già arreso». Come What’s Cup - attività di bar e ristorazione - o il negozio specializzato in toelettatura e cura degli animali. Per andare incontro ai disagi delle attività colpite dai disagi, il Broletto ha messo in campo uno sconto del 40 per cento sulla Tari, da richiedere a saldo.

«Nessuno chiede più soldi o più rimborsi, siamo consapevoli che il Comune non può agire così, come sappiamo che i cantieri erano necessari, ma si poteva fare qualcosa per rivitalizzare la strada - spiegano ancora gli esercenti - : portare qualche evento culturale e di intrattenimento, magari anche il mercato un paio di volte al mese o inventarsi qualsiasi altra cosa che avrebbe permesso di ricordare ai lodigiani che ci siamo». A far visita all’attività ieri, il consigliere d’opposizione Gianmario Invernizzi, chiamato dagli stessi titolari, perché «qui non si tratta di politica, ma solo di buonsenso e il consigliere ci ha sempre dimostrato attenzione». Altro punto rimarcato è la percezione di insicurezza, «perché ci sono persone che, complice la presenza dei distributori automatici e le presenze che richiamano, da qui hanno paura di passare». «Spiace perché così si rischia di perdere presidi importanti sociali e di sicurezza che sono i negozi di vicinato - aggiunge Invernizzi - : avevamo proposto di destinare temporaneamente la pista ciclabile a spazi per le auto, ma non siamo stati ascoltati». Per la fine dei cantieri, l’ultima stima del Broletto è di arrivare a rendere percorribile il percorso in ottobre per poi fissare il taglio del nastro a dicembre.

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