LODI “Vivi senza macchia”, appello ai lodigiani VIDEO
L’associazione Uici, attraverso i medici Riccardo Forte e Giuseppe Rizzi, lancia un messaggio ai cittadini: «Dopo i 40 anni, visite oculistiche annuali»
Servono più servizi per i non vedenti. L’appello arriva da Giuseppe Tortini, vice presidente dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti di Lodi che ha organizzato, insieme all’agenzia internazionale per la prevenzione della cecità - Iapb Italia onlus, un incontro intitolato “Vivi senza macchia”, che si è svolto al teatrino di via Gorini, a Lodi, il 17 marzo. Quella che va dal 12 al 18, infatti, è la settimana mondiale del glaucoma.
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«La malattia - hanno spiegato i due oculisti Riccardo Forte e Giuseppe Rizzi - si può prevenire solo con le visite oculistiche periodiche, annuali dopo i 40 anni, anche più frequenti se ci sono dei fattori di rischio o genetici, e non ritardando i controlli se c’è qualcosa che non va».
La provincia di Lodi raccoglie 350 pazienti riconosciuti da visita medica dell’Inps, 60 soci nella sezione di Lodi.
«Il nostro obiettivo - dice il vice presidente Giuseppe Tortini - è aumentare il numero dei soci. Dovremmo avere dei dati anche sull’età dei pazienti lodigiani, essendo una associazione che aiuta le persone, invece non riusciamo a sapere quanti sono i giovani. È una lacuna questa. La nostra sezione ha contatto con 10 adolescenti e altrettanti tra i 18 e i 40, gli altri ne hanno dai 60 in su».
L’associazione sta cercando di lavorare sui servizi di assistenza alla persona. «Vorremmo che il cieco - spiega il vice presidente - abbia una sua autonomia, invece spesso ha bisogno di essere accompagnato. Se c’è un servizio di accompagnamento, per esempio, non si può lasciare la persona davanti all’ospedale: come fa ad andare nell’ambulatorio giusto? Quando c’era il centro vaccinale, il Comune svolgeva un servizio navetta, ma il non vedente veniva lasciato in mezzo al piazzale. Esiste una carenza generale sotto l’aspetto dei servizi: ci sono le barriere architettoniche, i marciapiedi da superare, l’assistenza per salire e scendere dal treno. Ci sono i percorsi tattili solo nella stazione, quando esci non sai come fare, bisogna attraversare incroci e rotonde. Per fortuna abbiamo la possibilità di fare dei corsi di addestramento per l’uso del bastone, ma ad una certa età c’è il timore di cadere. Noi cerchiamo di eliminare queste difficoltà, svolgendo come associazione il servizio di accompagnamento, direttamente nei posti da raggiungere».
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