Lodi vuole la sua Ats, la Regione dice no

La programmazione socio sanitaria in provincia ai tempi dell’Asl era autonoma, da anni invece le decisioni le prendono a Milano

Niente Ats a Lodi, Regione Lombardia respinge ancora una volta le istanze del territorio: il Lodigiano resta competenza di Ats Città Metropolitana di Milano che si deve occupare di 3.5 milioni di persone, dunque delle esigenze di città come Milano e di piccole comunità sparse come quelle del Lodigiano, realtà che, per le loro caratteristiche, richiederebbero invece differenti piani socio-sanitari e cheper tanti anni la loro Asl, si chiamava così, ce l’avevano. Ed

erano le Asl territoriali a occuparsi della programmazione socio sanitaria. «Oggi (ieri per chi legge) in Consiglio regionale è stata respinta la mia proposta di istituire l’Agenzia di Tutela della Salute della provincia di Lodi - spiega la consigliera regionale del Pd Roberta Vallacchi che ha presentato in aula un emendamento alla prima legge di revisione normativa ordinamentale del 2024 -; con la legge attualmente in vigore il livello delle Agenzie di Tutela della Salute si è ampliato a dismisura accorpando i territori di più province, una scelta che ha reso molto più complessa l’interlocuzione tra gli enti locali, i medici di base, i gestori di unità di offerta sociosanitarie, le strutture private accreditate e tutti gli attori coinvolti, causando un forte depauperamento di tutti i servizi territoriali e un diffuso malcontento tra la popolazione: l’Ats della Città Metropolitana di Milano è composta da 194 comuni e organizzata in 8 Aziende Socio-Sanitarie Locali (ASST), con una popolazione residente complessiva di 3.5 milioni di abitanti, una situazione a cui la legge regionale di ‘controriforma’ sanitaria del 2021 non ha saputo dare risposta, riconfermando l’assurdo sistema di agenzie e aziende sanitarie lombarde che dimostrano i loro limiti attraverso i problemi della sanità lombarda che ben conosciamo».

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