LODIGIANO Dispersione scolastica, ora è “allarme rosso”
La pandemia moltiplica il rischio dell’abbandono
Nell’anno scolastico 2019-2020 erano diciotto i minori lodigiani a rischio di abbandono o che avevano effettivamente smesso di seguire le lezioni. Un anno dopo le segnalazioni sono diventate 128. Un aumento esponenziale, registrato in piena pandemia da Covid, che fotografa anche sul nostro territorio una situazione di disagio crescente in età adolescenziale, rispetto alla quale diventa fondamentale attuare interventi innovativi che per costi e competenze possono solo nascere da una rete di istituzioni ed enti radicati sul territorio.
Come nel caso del progetto cofinanziato nel marzo del 2020 dalla Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi e dall’Ufficio di Piano dell’Ambito di Lodi e che ha visto la collaborazione, insieme all’Ufficio scolastico territoriale, anche di partner impegnati sul fronte educativo: con il CPIA – Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti di Lodi che ha fatto da capofila, sono stati coinvolti i Cfp Calam, Canossa, Clerici e Consortile di Lodi e le strutture di istruzione e formazione professionale dell’IIS Volta nel capoluogo e dell’IIS di Codogno.
Con i 93 mila euro stanziati – di cui 65 mila erogati dalla Fondazione Comunitaria anche grazie alle risorse messe a disposizione dalla Fondazione Cariplo, e i restanti 28 mila assicurati dall’Ufficio di Piano – si sono attivate 52 “doti di Comunità” che hanno permesso l’accoglienza di altrettanti alunni minorenni in situazioni di fragilità e incertezza. Si tratta di ragazze e ragazzi alle prese con scelte errate di indirizzo scolastico e avviati per questo a un lavoro di riorientamento presso un Cfp o un IeFP in grado di fornire loro strumenti più in linea con competenze e inclinazioni personali.
Ma sono anche alunni che per fragilità personali, familiari e sociali sono in ritardo nel percorso scolastico di uno o due anni, quando non tre, ancora iscritti alle medie ma più anziani dei compagni di classe. «A questi ragazzi - spiega il dirigente del CPIA di Lodi, Massimo Iovacchini – proponiamo quelli che si chiamano “percorsi ponte”, che prevedono l’iscrizione parallela al nostro Centro, che li prepara a superare l’esame di terza media, e a una struttura professionalizzante che possa instradare correttamente le loro inclinazioni. In questo modo siamo anche riusciti ad agganciare giovani che magari da anni non frequentavano più la scuola. Investire oggi sulle fragilità significa ridurre domani costi sociali altrimenti devastanti».
Con il progetto “Una Comunità contro la dispersione” il Lodigiano ha dato continuità a interventi contro il rischio di abbandono scolastico che l’Ufficio di Piano e gli altri attori locali hanno avviato ormai da qualche anno, facendo fronte a numeri sempre in crescita ma letteralmente esplosi negli ultimi mesi. Nel 2019-2020, accanto ai 18 casi di abbandono effettivo o di rischio di abbandono, si sono attivati anche 32 “percorsi ponte” e 15 riorientamenti. Nell’anno scolastico attuale si è passati a 128 segnalazioni di ragazzi a rischio dispersione, 84 delle quali dalle medie e 44 dalle superiori; 37 “percorsi ponte”; 16 riorientamenti completati tra ottobre e dicembre 2020; 156 riorientamenti chiesti a febbraio e più direttamente correlati agli effetti che il Covid ha avuto sul panorama dell’istruzione.
Didattica a distanza e distanziamento sociale legati al coronavirus hanno accentuato il fenomeno dell’abbandono e dell’incertezza tra gli studenti, ma probabilmente dietro il boom delle segnalazioni c’è anche una maggiore consapevolezza del fenomeno e delle opportunità offerte dal territorio, che si deve all’attività svolta negli ultimi anni dalla rete contro la dispersione scolastica e agli appuntamenti di sensibilizzazione sul tema, come il convegno del 2018 dedicato ai ragazzi cosiddetti “invisibili”. «Le maglie della rete – spiega Carla Mazzoleni dell’Ufficio di Piano – si sono strette sempre di più, permettendoci di raccogliere un numero maggiore di segnalazioni dal territorio. Indubbiamente, però, la pandemia ha accentuato il malessere dei ragazzi più fragili, e con la Dad è venuto meno il tessuto relazionale».
La scelta obbligata di promuovere tutti alla fine dello scorso anno scolastico ha solo spostato al 2020-2021 i problemi di chi ora è avviato a una bocciatura quasi certa, complici anche le lezioni intermittenti degli ultimi mesi. «Stiamo tentando di far fronte alla situazione che si è creata alla fine del primo quadrimestre – conferma Carla Mazzoleni –. Di certo, il contributo della Fondazione è stato importante e ha contribuito a consolidare la rete».
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