Tra 2006 e 2007 la speranza di vita è migliorata. A volerlo precisare è stata la direzione strategica dell’Asl alla conferenza dei sindaci del 9 maggio.
«Non vi è una immediata equazione tra ammalarsi di tumore e morirne - hanno spiegato il direttore sanitario Maria Grazia Silvestri e il responsabile del dipartimento di prevenzione Eugenio Ariano -, tanto è vero che la speranza di vita è migliorata e la mortalità si è drasticamente ridotta. Le malattie, non seguono confini amministrativi. Non esistono, nel territorio, fattori di rischio a connotazione geografica. La valutazione dell’incidenza dei tumori va fatta nel corso di anni, come trend in crescita o in diminuzione». Secondo i dati dell’osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane del 2010, ha ricordato la direzione dell’Azienda sanitaria, davanti ai sindaci, «sia per quanto riguarda la sopravvivenza che per quanto riguarda la mortalità, la provincia di Lodi registra apprezzabili indici di miglioramento. In termini di speranza di vita, confrontando i dati relativi al triennio 1998-2000 con quelli del 2007, si evidenzia il guadagno di 3,5 anni di vita per gli uomini e 2,6 per le donne. Parimenti, per quanto riguarda la mortalità, la diminuzione dei tassi standardizzati (la standardizzazione annulla l’influenza che ha l’età in una popolazione), nel confronto tra i bienni 1999-2001 e 2006-2007, è pari al 28 per cento per gli uomini e al 14 per le donne, con importanti riduzioni, per entrambi i sessi, sia delle malattie del sistema circolatorio sia di quelle tumorali. I tassi standardizzati di mortalità lodigiani, 2006-2007, sono inferiori ai tassi regionali, con la sola eccezione dei grandi anziani».
Il presidente della conferenza dei sindaci, Lorenzo Guerini, esprime parole di soddisfazione rispetto alla scelta dell’Asl di presentare ai primi cittadini il documento firmato da Silvestri ed Ariano. «Quello dell’elevata incidenza dei tumori sulle cause di mortalità riscontrate nel Lodigiano - dice Guerini - è un tema che giustamente desta preoccupazione nell’opinione pubblica e che è necessario monitorare costantemente e approfondire con rigore scientifico. A tale proposito, risulta di fondamentale importanza il contributo di conoscenza che può essere portato al dibattito dall’autorità sanitaria ed è altrettanto indispensabile che le informazioni che provengono da questa autorevole fonte vengano divulgate e condivise. La conferenza ha preso atto di questa comunicazione, che verrà ulteriormente esaminata. Non spetta agli enti locali trarre conclusioni da questo lavoro, la cui interpretazione richiede competenze specifiche, ma poter disporre di dati aggiornati ed elaborati con criteri affidabili è una condizione essenziale per affrontare in modo responsabile un tema tanto delicato».
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