Sembra che si sia immediatamente dichiarato estraneo ai fatti contestati l’agente immobiliare residente da tempo a Lodi che è sottoposto da alcuni giorni alla misura cautelare degli arresti domiciliari per ipotesi di concorso in sette episodi di truffa e falso, avvenuti tra il giugno e il dicembre dello scorso anno per un “utile”, secondo l’ordinanza di applicazione delle misure restrittive, di circa 30mila euro. Il suo difensore di fiducia avvocato Michele Apicella si trincera dietro un fermo no comment. L’imprenditore, noto in città, sarebbe stato per un certo tempo amico, per i comuni natali partenopei, di uno dei due presunti complici in questa vicenda: si tratta un uomo che è già in carcere dal mese di marzo perché sospettato, assieme ad altre due persone, di una serie di rapine ai danni di farmacie e distributori di carburante, avvenute principalmente nel Pavese. Questa vecchia amicizia al momento sembra essere il filo che lega al mediatore immobiliare incensurato i nuovi sospetti che colpiscono due persone che invece sono già agli arresti da qualche mese, in attesa di giudizio.
G.I., 35 anni, di Stradella, difeso dall’avvocato Daniele Cei di Pavia, e P.M., 28 anni, residente a Vidardo, difeso dall’avvocato Barbara Bertoni, anche lei del foro di Pavia, ieri durante l’interrogatorio di garanzia si sono avvalsi entrambi della facoltà di non rispondere. «Bisogna ancora comprendere con precisione il tenore dell’accusa, ci riserviamo la difesa nelle sedi che saranno più opportune», spiega l’avvocato Cei. «Il fatto che i due pavesi siano sottoposti per questa accusa a custodia cautelare in carcere, e che invece il mediatore immobiliare lodigiano e la donna siano ai “domiciliari” potrebbe già dare una chiave di lettura della ricostruzione finora fatta dagli inquirenti», ipotizza l’avvocato Bertoni, che assiste anche M.V., la 31enne di Agnadello che era stata compagna di P.M., anche lei accusata di concorso in questa serie di presunti raggiri ai danni di ignari correntisti; è lei la quarta destinataria dell’ordinanza chiesta dal pm Armando Spataro. «Il ruolo di questa giovane donna - aggiunge l’avvocato - ammesso che ci sia stato, appare del tutto marginale: proprio per questo per lei ho chiesto subito una mitigazione della misura cautelare». Anche la cremasca comunque si è avvalsa, su indicazione dell’avvocato, della facoltà di non rispondere: «Abbiamo avuto accesso ai primi atti solamente nelle stesse ore dell’interrogatorio - spiega infine l’avvocato Bertoni -: si tratta di vicende complesse e delicate, è sempre meglio in questi casi difendersi dopo un’attenta analisi delle accuse».
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