
Piovono calcinacci dal tetto del cimitero Maggiore a Lodi: il vialetto esterno è transennato e a terra ci sono coppi sbriciolati. Non c’è fine al degrado per la struttura di viale Milano, da tempo in attesa di un piano di riqualificazione. Più volte erano state segnalate infiltrazioni e fenomeni di incuria all’interno del camposanto, ma ora i segni di abbandono si notano anche lungo il perimetro. Sulle mura dello storico complesso sono comparse crepe e parte delle coperture sono danneggiate.
La parete esterna
Per ragioni di sicurezza sono state poste delle barriere sul lato sinistro (guardando l’ingresso del cimitero), che impediscono il transito. Dei blocchi sono stati posizionati anche vicino alla cinta muraria, perché i coppi del tetto e i supporti sono in parte crollati. A terra si notano dei pezzi di copertura, su una porzione sono apparse delle crepe e sulla sommità i supporti sembrano anche poco stabili. Una situazione che si può verificare su tutto un lato della struttura. Ad un attento esame, c’è anche una finestra con i vetri a pezzi. E proprio girato l’angolo, dopo l’ingresso è stata abbandonata una mini discarica di rifiuti, tra vestiti e borse, che sono state scaricate a due passi dalle transenne che delimitano la strada laterale di viale Milano.
Questo è solo l’ultimo capitolo di una serie di “magagne” che da anni affliggono il Maggiore. Ogni anno il Broletto stanzia delle somme per gli interventi di manutenzione ordinaria, ma per le altre opere da tempo si attende un progetto complessivo.
Tra le tombe
Se la facciata esterna cade a pezzi, l’interno del camposanto ha da sempre un lungo elenco di problemi irrisolti. Dai visitatori si alza l’appello affinché la riqualificazione sia, una volta per tutte, efficace. In molti confidano nel commissario, sia per togliere le transenne esterne ed evitare che mattonelle, calcinacci o tegole del tetto cadano, sia per “ripulire” i vialetti tra le tombe, dove è facile cadere. Guano di piccione, erba alta, lapidi che in alcuni punti sprofondano quando piove, cappelle piene di ragnatele e polvere, qualcuna con i vetri rotti: l’elenco delle “magagne” non si esaurisce qui. E questo nonostante le statue e gli affreschi che rendono il Maggiore un cimitero prezioso.
Infine, e anche questa è una storia più che nota, c’è il Famedio, il luogo dove sono sepolti i lodigiani illustri: una cripta umida, con muri scrostati, poco illuminata e piena d’infiltrazioni d’acqua.
I cittadini non chiedono progetti faraonici e nemmeno possono sapere se la gestione dei cimiteri da parte di Astem potrebbe essere una soluzione ottimale, la politica ne parla ormai da tempo. I visitatori chiedono solo una sistemazione del Maggiore e una cura più puntuale del luogo in cui riposano i loro cari.
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