C’è tanta rabbia in via Kennedy. «Ma come si fa a lasciare un ragazzo solo e senza cellulare alla Pergola in piena notte?». È una domanda che tormenta in queste ore i fratelli e gli amici, «quelli veri», di Matteo. Il 23enne è tornato a piedi, ha raggiunto la linea ferroviaria, che costeggia la provinciale 107 per San Martino e la pista ciclabile, e si è incamminato verso Lodi. Nel buio più totale.
Matteo Forlani aveva 23 anni. Rimasto orfano in tenera età, era stato affidato alla sorella e al cognato e con loro si era trasferito da Romano di Lombardia (Bergamo) a Lodi. Ha studiato alla Don Milani ma dopo la terza media non ha più voluto continuare. «Era uno spirito libero» lo ricorda Antonio, marito della sorella di Matteo.
Così aveva cominciato a lavorare, prima come elettricista, poi al distributore Tamoil di via Grandi, dove si occupava dell’autolavaggio, quindi nella distribuzione di volantini in città e provincia. Tanti lavoretti, mai nessuno stabile, l’ultimo dei quali si è concluso l’estate scorsa. Ora ne stava cercando un altro, ma non era semplice trovarlo.
Un anno e mezzo fa Matteo aveva scoperto di avere la leucemia. Una malattia terribile da cui però lui, con la sua forza e il suo coraggio, era riuscito a venire fuori. Ha attraverso un periodo difficilissimo, ma ne è uscito più forte di prima. «Era guarito del tutto - aggiunge Antonio - e uno che guarisce dalla leucemia non va certo ad ammazzarsi». Anche per questo sia i parenti che i poliziotti escludono l’ipotesi del suicidio.
Lunedì sera quindi Matteo non è tornato a casa.
Ma era già capitato altre volte, «magari per non far vedere che aveva bevuto», e così all’inizio i familiari non si erano spaventati. Poi martedì, con il passare delle ore, si è capito che qualcosa non andava. Mercoledì il cognato ha chiamato i ragazzi che erano con lui lunedì sera alla Pergola e questi gli hanno detto come erano andate le cose. A quel punto sono andati alla caserma dei carabinieri in via San Giacomo a denunciare la scomparsa. Ma Matteo era lungo i binari, senza vita, già da lunedì.
Ieri pomeriggio i familiari sono andati in questura. Davanti all’ingresso hanno trovato anche gli “amici” della Pergola e ne è nata una discussione molto accesa. La rabbia è tanta, per una morte assurda che, ne sono certi, poteva essere evitata.
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