Medici a gettone e Oss esterni, ecco quanto spende la sanità negli ospedali del Lodigiano e nel Sudmilano
Oltre un milione e 876mila euro di fondi spesi in un anno per i medici gettonisti del pronto soccorso e dell’anestesia degli ospedali dell’Asst di Melegnano
Oltre un milione e 876mila euro di fondi spesi in un anno per i medici gettonisti del pronto soccorso e dell’anestesia degli ospedali dell’Asst di Melegnano e 86mila euro per gli Oss di Lodi che trasportano i pazienti in sala operatoria. Sono i dati forniti dal direttore generale al Welfare Giovanni Pavesi in risposta a una richiesta del consigliere regionale del Pd Carlo Borghetti sui fondi spesi per i gettonisti degli ospedali lombardi, i medici che vengono inviati dalle cooperative oggi in un ospedale, domani in un altro. In Regione, secondo il rapporto la spesa media per i gettonisti da gennaio ad agosto 2023 è stata di 27milioni e 887mila euro. «Dai numeri - commenta la consigliera regionale Roberta Vallacchi -è evidente che serva una riorganizzazione del sistema sanitario. Bisogna trovare un modo perché il personale si senta gratificato».
Nell’Asst di Melegnano, la spesa prevista da gennaio a dicembre 2023 per i gettonisti è di oltre un milione e 876mila euro. Di questi, 476mila euro sono i soldi spesi per il pronto soccorso di Vizzolo: «Abbiamo siglato un contratto con alcune cooperative - spiega la direttrice amministrativa dell’Asst Maria Luisa Barone -, mensilmente inviamo il numero di turni da coprire e loro ci rispondono mandandoci il nome del medico che intendono inviare. Abbiamo inserito una clausola di gradimento per valutare l’idoneità della persona. Abbiamo chiesto anche che si mantenga una certa stabilità nei nominativi».
«Nel Lodigiano, quello degli Oss - spiega il direttore Salvatore Gioia - è un servizio appaltato a una società di servizi che garantisce i trasporti dei pazienti tra i reparti e la sala operatoria. Il cosiddetto gettonista da noi non esiste più dal 2021 (quando sono stati dismessi i gettonisti della rianimazione). L’unica esternalizzazione dei medici presente è legata a necessità temporanee, ma non c’è il ricorso alla cooperativa che decide chi inviare: facciamo dei bandi e ci rispondono i colleghi liberi professionisti, che garantiscono continuità, in coordinamento con il primario come abbiamo appena fatto per la nefrologia. Abbiamo poi dei bandi per attività libero professionale con gli specializzandi per i codici minori in pronto soccorso. È come se fossero nostri dipendenti. Molti in questo modo hanno visto che la nostra è una bella realtà e poi hanno aderito al concorso».
Un altro servizio appaltato è quello infermieristico presente a Sant’Angelo, nell’ospedale di comunità. L’Asst ha appena rinnovato l’accordo con il Consorzio Stabile Hcm fino al 31 dicembre per un importo di 183mila euro. «Siamo in attesa - dice Gioia - di poter assumere con i concorsi. La società ci fornisce i professionisti che svolgono il servizio in maniera continuativa, appena possibile lo internalizziamo. Ho iniziato a lavorare 3 anni e mezzo fa appena arrivato. Non ho voluto cercare anche io la via più facile, ma investire sullo sviluppo dei colleghi. Nell’area dell’emergenza urgenza abbiamo privilegiato il ricorso a turni di guardia aggiuntivi invece di appaltare ore fuori. Il tempo ci ha dato ragione, i colleghi medici si sono visti coinvolti in una attività che è pesante ma più leggera di quella che chiamo “la miniera”. Invece di assegnare i turni a soggetti che venivano qua “mordi e fuggi” abbiamo fatto guadagnare un po’ di più i colleghi. Questa impostazione ci ha premiati con una maggiore partecipazione ai bandi, sia per la terapia intensiva che per il pronto soccorso. Le cose non capitano per caso, bisogna cercarle».
© RIPRODUZIONE RISERVATA