MEDIGLIA Archiviata l’inchiesta sulle vittime alla casa di riposo
Furono 71 gli anziani morti nella prima fase dell’emergenza Covid
Settantuno ospiti morti su 150 posti letto, nelle settimane precedenti il blitz dei carabinieri del Nas il 20 aprile 2020. E, di questi decessi, 24 per casi certificati di Covid-19 e altri 26 per casi sospetti. Ma l’inchiesta per le ipotesi di omicidio plurimo colposo ed epidemia colposa, rimasta senza indagati, su quanto accaduto alla Rsa Borromea di Mediglia è stata definitivamente archiviata dal gip di Lodi.
Nonostante l’opposizione di 14 dei parenti delle vittime, assistiti dagli avvocati Emiliano Michelutti e Ilaria Ramoni, che avevano anche richiesto al giudice di fare disporre un’indagine epidemiologica. Al cui riguardo, il gip osserva che “il materiale informativo non appare utilmente accrescibile”, a due anni di distanza dai fatti e “in assenza di esami autoptici delle vittime”.
La richiesta di archiviazione da parte della Procura di Lodi era stata tra le prime in Italia tra le molteplici inchieste aperte sui contagi della prima ondata di Covid in case di riposo e ospedali, ed è stata inevitabilmente motivata anche con l’articolo 3 bis della nuova legge 76/2021, secondo la quale “ai fini della valutazione del grado di colpa, il giudice tiene conto della limitatezza delle conoscenze specifiche sulle patologie da Sars-Cov 2 al momento del fatto, nonché della scarsità delle risorse umane e materiali concretamente disponibili in relazione al numero di casi da trattare”. La Procura aveva considerato anche la possibilità di una “diffusione del virus prima dell’adozione di misure di salvaguardia da parte delle autorità”.
L’indagine del Nas dei carabinieri aveva evidenziato che già il 3 marzo due pazienti erano risultati positivi ed erano stati ricoverati in ospedale. Ma già il giorno prima i vertici della Rsa avevano raccomandato al servizio lavanderia di “agire con la massima cautela nella sanificazione della biancheria utilizzata dagli ospiti”. Nei giorni successivi, il personale che aveva avuto contatti con i due primi malati noti era rimasto però indistintamente impiegato in tutta la residenza. E le indicazioni erano di indossare mascherine e protezioni solo se a contatto con ospiti con febbre e tosse.
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