Mercoledì mattina l’ultimo saluto al parroco di Borghetto don Alfonso Rossetti
Le esequie saranno presiedute dal vescovo, monsignor Maurizio Malvestiti
È arrivata a Borghetto lunedì pomeriggio la salma di don Alfonso Rossetti, il parroco mancato a 54 anni sabato 1 maggio all’ospedale di Modena. Ad accogliere la bara, il vescovo di Lodi monsignor Maurizio Malvestiti e il vicario generale don Bassiano Uggè. Sarà il vescovo a presiedere domani, mercoledì 5 maggio, alle 10, le esequie in chiesa. Fino alle 9.30 di domani la camera ardente è allestita nella casa parrocchiale. Data l’emergenza sanitaria non ancora terminata, chi desidera fare visita può passare dalla casa per un saluto, poi potrà fermarsi a pregare in chiesa che sarà aperta oggi per tutta la giornata, fino alle 22. Domani per il funerale saranno anche allestiti gli altoparlanti esterni alla chiesa. Don Alfonso era conosciuto in tutta la diocesi, negli oratori e anche nel mondo della scuola in cui è stato impegnato a livello diocesano per oltre 21 anni. Grande il dolore che ha colpito davvero tutti per questo sacerdote mancato così presto: avrebbe compiuto 55 anni il 6 maggio, mentre il 27 giugno avrebbe celebrato 29 anni di sacerdozio. Tra i suoi “compagni di Messa” (sette i giovani ordinati una settimana dopo la visita di Papa Wojtyla a Lodi) dice don Pierluigi Leva: «Lui veniva dal Bassi, si era diplomato in ragioneria. Un suo tratto è sempre stato quello di saper stare insieme agli altri. Ha sempre abitato i luoghi, non con fatica, li sapeva abitare e servire con tanta dedizione. L’amicizia è sua caratteristica». Don Guglielmo Cazzulani ricorda la «fortissima empatia con gli altri, non faticava ad entrare in sintonia. Intelligente senza neanche darlo a vedere, questo era don Alfonso. Capace di un’intelligenza pragmatica, di affrontare le situazioni, di intuire i problemi e dirimerli. Tenace. Sapeva ascoltare. Sapeva intercettare gli altri e anche ridere con gli altri». Infine, don Nunzio Rosi: «L’esperienza vissuta in seminario è stata davvero molto felice e serena. Lo ricordiamo spesso tra tutti noi, non è retorica. La formazione, le vacanze insieme a Pejo, hanno creato un legame spontaneo che rimane anche adesso. Don Alfonso era simpatico, gioviale, di compagnia. Tutti insieme ci trovavamo una volta l’anno per ricordare la nostra ordinazione».
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