«Mia figlia è morta da 9 anni ed Equitalia ora reclama gli arretrati»

Sbagliano a darle lo stipendio, muore e dopo 18 anni Equitalia manda un avviso al figlio. Obbligandolo a restituire oltre 2mila euro.

La cifra in eccesso che il ministero dell’Economia e delle Finanze aveva assegnato al genitore tra il 1996 e il 1999.

A denunciare la situazione è la nonna del ragazzo, Maria Nastri: «Mia figlia Antonella Coppola faceva la bidella all’Einaudi - racconta la donna -, aveva un sacco di problemi ed è morta a soli 44 anni nel 2007».

La signora Nastri, 73enne originaria di Salerno, portinaia all’ospedale Maggiore e poi per 25 anni, fino al 2003, cuoca nello stesso presidio, trattiene a stento il groppo in gola.

Da tanto tempo abita a Lodi. Suo marito è morto di crepacuore dopo il decesso della figlia, a distanza di 4 mesi.

«Ho cresciuto io mio nipote Daniel - racconta -. Fa l’elettricista, vive nelle case popolari e non può permettersi di pagare. Lo aiuterò io. Mi chiedo però se sia giusto dopo tutto questo tempo. Se hanno sbagliato loro a darle lo stipendio non è giusto che adesso paghi mio nipote. Chi sbaglia paga. Noi poi cosa potevamo sapere? Lo stipendio finiva in banca».

Sua figlia stava male. «Aveva un problema di salute e nessuno mi aiutava - lamenta Nastri -. Alla fine è morta. Abbiamo passato tempi tristi. Tutte le cose che si sentono alla Tv? Noi le abbiamo vissute. Mio marito era disperato. Quando è morta lei poi è morto anche lui. Gli era venuto anche un tumore. La mia ragazza era bella, alta e bionda».

Nastri sfila una foto dalla borsa: è Antonella, volto slanciato, interessante.

Poi mostra la lettera di Equitalia.

«A dire la verità - ammette Nastri - avevamo ricevuto l’avviso di pagamento nel 2004, ma mio marito era ammalato in quel periodo, mia figlia anche, e noi non capivamo più niente. Ci siamo completamente persi. Avevo mandato mio nipote all’Inps a controllare, avevano detto che era tutto ok, ma forse non era il posto giusto. E adesso dobbiamo sborsare questi soldi. Il Ministero sbaglia e noi dobbiamo pagare. È semplicemente vergognoso. Per questo ho voluto rivolgermi al vostro giornale. Non c’è un modo per uscire da questa assurdità?».

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