Miradolo, il caso della donna buttata nel Po risolto con le telecamere di S.Colombano

Le motivazioni della condanna dell’ex assessore della Lega Nord di Chignolo

Sono state le telecamere di via Monti a San Colombano a “incastrare”, assieme ad altri elementi tecnici come le celle telefoniche e alla testimonianza chiave della moglie dell’imputato riguardo alla disponibilità della pistola nelle ore del delitto, l’ex assessore alla cultura di Chignolo Po Franco Vignati (Lega Nord) per l’omicidio di Lavdjie Kruia, detta Dea, la 40enne di Miradolo Terme ritrovata assassinata con un colpo di pistola in faccia nel fiume Po a Isola Serafini l’8 giugno del 2016, 9 giorni dopo la scomparsa. Lo sottolinea la corte di cassazione nelle motivazioni, ora pubblicate, della sentenza del 18 febbraio scorso che ha confermato la condanna di appello a 25 anni di carcere del 68enne Vignati, per omicidio volontario, porto non autorizzato di arma da fuoco e occultamento di cadavere.L’utilitaria di Dea era stata ritrovata dai carabinieri parcheggiata, e regolarmente chiusa a chiave, nei pressi della chiesa di San Francesco. Il 31 maggio la sorella di Dea aveva denunciato la scomparsa, e la mattina del 30 i filmati delle telecamere comunali avevano immortalato sia l’auto di Dea che raggiungeva San Colombano sia, poco dopo, quella di Vignati.

Leggi l’approfondimento sul Cittadino di Lodi in edicola oggi 19 aprile

© RIPRODUZIONE RISERVATA