Morti sul lavoro, è emergenza

«Quattro (cinque considerando il giardiniere di Borgo vittima nel Milanese, ndr) morti sul lavoro sono tanti, troppi. Siamo preoccupati, è un tema delicato sul quale vogliamo accendere i riflettori». Eugenio Ariano, responsabile del dipartimento prevenzione dell’Asl, guarda con preoccupazione i dati relativi agli incidenti sul lavoro del 2012. Nei prossimi giorni si incontrerà anche con gli altri enti impegnati sul tema della prevenzione, in particolare Inail e dipartimento provinciale del lavoro, per capire il motivo di questa impennata di casi mortali e studiare una strategia per arginare il fenomeno e rendere i luoghi di lavoro più sicuri. «Negli ultimi due anni non ci sono mai stati più di uno o due episodi mortali - aggiunge Ariano -, ora non vogliamo far passare questi episodi sotto silenzio, ma anzi affrontare il problema con decisione».

Daniele Pedrazzani, 29enne cremonese, è deceduto mercoledì a Pieve Fissiraga, nella cascina Mascarina, facendo un volo di undici metri nel silos vuoto di un impianto di biogas. Prima di lui avevano perso la vita anche il romeno 52enne Georg Alstani, rimasto folgorato dai cavi dell’alta tensione a Ossago durante la potatura delle piante; Gianmario Boccardelli, bergamasco di 54 anni, caduto da una scala nel cantiere dell’Erbolario a San Grato a Lodi (in quel caso è stato accertato che la caduta era stata provocata da un malore); Sergiu Neamtu, romeno 35enne, caduto dal tetto di un capannone a Somaglia durante lo smaltimento dell’eternit. A questi si aggiunge poi il 73enne Luigi Murelli di Borgo, che ha perso la vita mercoledì a Rodano, nel Milanese, mentre tagliava delle piante. Nemmeno i sindacati sottovalutano il problema e anzi vogliono fare la loro parte per impedire che altre persone perdano la vita sul luogo di lavoro. «È un dato assolutamente preoccupante, tenuto conto anche della riduzione delle ore lavorate complessivamente - spiega Eugenio Vicini, segretario della Cgil -. Crediamo ci debba essere da parte di tutti gli “attori” (lavoratori, imprenditori, sindacati, organi di controllo) una maggiore attenzione al tema, in questa fase di crisi spesso ci capita di vedere lavoratori che, per avere un impiego, sono costretti o in qualche caso “disponibili” ad accettare condizioni non regolari e senza sicurezza». E aggiunge: «Le occasioni di aggiornamento e formazione periodica per le aziende devono diventare un momento in grado di produrre veramente azioni concrete per migliorare la sicurezza. Il problema invece è che spesso gli adempimenti vengono assolti solo formalmente e poi restano sulla carta. Per questo è necessario fare maggiori controlli, e che i soggetti che fanno parte di tutto il sistema della prevenzione svolgano il proprio ruolo con la dovuta attenzione e responsabilità». Un passo in avanti, dice, è già stato fatto in agricoltura, dove è stato attuato un progetto che ha portato a una drastica riduzione degli incidenti. Ora la sfida è riuscire a fare lo stesso anche in tutti gli altri settori lavorativi.

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