Multe vecchia Bpi, i tempi si allungano
Consiglieri ricorrono in appello contro la Bpl: udienza nel 2014
n La partita è ancora tutta da giocare. Sono almeno tre i consiglieri di amministrazione della vecchia Banca Popolare Italiana, multati nel 2006, che aspettano il verdetto della Corte di Appello di Milano. Sentenza che arriverà, nella migliore delle ipotesi, soltanto fra tre anni, nel 2014. Nel frattempo, a sei anni dall’estate dei “furbetti”, i consiglieri della Bpi che hanno pagato di tasca propria le sanzioni della Banca d’Italia e della Consob si contano sulle dita di una mano. Tra gli ultimi, due imprenditori di spicco dell’economia lodigiana: Desiderio Zoncada, patron della ditta di trasporti Star, e Domenico Zucchetti, fondatore dell’omonimo colosso informatico.
La “stagione” delle scalate bancarie, nonostante le sentenze di primo grado arrivate per Antonveneta, sembra dunque lontana dal chiudersi definitivamente. Prima di districare il fitto intreccio di cause giudiziarie, azioni di responsabilità e volontà di rivalsa da parte della banca (che nel frattempo ha anticipato il pagamento delle sanzioni), insomma, ci vorrà ancora parecchio tempo.
Per ricostruire la complessa vicenda occorre partire dal 2006, anno in cui furono irrorate le sanzioni della Banca d’Italia e della Consob ai consiglieri della Bpi. Sanzioni il cui pagamento - come detto - è stato anticipato dalla banca lodigiana. Passata la “buriana” Antonveneta, dopo la fusione con i veronesi, la dirigenza della “rinata” Banca Popolare di Lodi ha chiesto ai vecchi consiglieri di versare l’importo delle sanzioni. Alcuni (Duccio Castellotti e Giorgio Olmo) hanno saldato i loro debiti: non avrebbero potuto fare altrimenti, visto che sono rimasti negli organi direzionali della Bpl e del Banco Popolare. La maggior parte dei consiglieri però si è opposta alla richiesta della banca, chiedendo al tribunale di Lodi di decidere. Le opposizioni dei consiglieri sono state tuttavia respinte e così, alcuni di loro, si sono rivolti alla Corte d’Appello di Milano, per il secondo grado di giudizio. La prima udienza è fissata nel 2014. «Nel frattempo - commentava ieri uno dei vecchi consiglieri Bpi - è stato stabilito che i decreti ingiuntivi della Bpl non sono esecutivi». Significa che fino al termine della battaglia giudiziaria, la banca non potrà tornare in possesso con la forza dell’ammontare delle multe.
Ma perché i consiglieri, finora, si sono opposti alla richiesta di rimborso avanzata dalla Bpl? Perché è stata la banca stessa, citando in giudizio Gianpiero Fiorani, a chiedergli di pagare anche le multe affibbiate da Consob e Bankitalia ai consiglieri “non collusi”, cioè quelli che non sarebbero stati a conoscenza - sempre seguendo il pensiero della banca - “degli illeciti posti in essere dall’onnipotente amministratore delegato”.
Il quadro, insomma, è ancora lontano dal chiarirsi.
In attesa che si pronuncino i tribunali, Zucchetti ha recentemente seguito Castellotti e Olmo, pagando alla banca le sue multe. Una scelta in qualche modo obbligata, verrebbe da dire, visto che non più tardi di un mese fa la figlia dell’imprenditore, Cristina, è stata nominata nel consiglio di sorveglianza del Banco. Ha recentemente trovato un accordo economico con la Bpl anche Zoncada, la cui posizione tuttavia era più complessa. Zoncada infatti figurava tra i consiglieri della Bpi sottoposti ad azione di responsabilità sociale (a cui cioè la banca ha chiesto i danni): il presidente della Star, chiudendo la partita con la Bpl, ha chiuso anche il contenzioso relativo alle multe di Consob e Banca d’Italia.
Lorenzo Rinaldi
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