
È durata cinque giorni l’agonia di Aristide Joli. Ieri il 59enne di Lodi che da domenica è in ospedale a Cremona per una caduta sulla ciclabile di Montanaso, forse dovuta a un malore, è deceduto per “morte cerebrale”.
Subito è partita la procedura per l’espianto degli organi, anche se l’ultima parola in questo caso spetterà alla procura della repubblica di Lodi che ha aperto un’inchiesta per chiarire la vicenda. Non è escluso che venga effettuata anche l’autopsia.
Quanto accaduto domenica in effetti non è ancora del tutto chiaro. L’unico testimone trovato dai carabinieri non ha visto la caduta ma ha sentito solo un tonfo in lontananza. Inizialmente c’era anche l’ipotesi di un’aggressione, magari a scopo di rapina, anche se l’uomo quando è stato soccorso aveva il portafoglio e tutto il resto.
La caduta è stata rovinosa e le sue condizioni sono apparse subito molto gravi. L’uomo aveva infatti un’estesa emorragia cerebrale di due tipologie diverse e una grossa frattura alla teca cranica, oltre a lesioni alla mandibola e agli organi interni. È stato quindi trasportato all’ospedale di Cremona, dove ha subito due interventi chirurgici, poi è stato ricoverato in neurochirurgia. Ieri mattina è stata avviata dai medici la procedura per l’accertamento della morte cerebrale. Nel tardo pomeriggio quindi il medico ha constatato il decesso.
Aristide Joli era un dipendente dell’Asl (dipartimento prevenzione medica) e la sua attività lo portava nei cantieri edili di tutta la provincia per il controllo delle certificazioni impiantistiche di gru e piattaforme.
«Era uno dei nostri elementi più preziosi - dice commosso Guido Ariano, dirigente del dipartimento -. Fino alla scorsa settimana era venuto al lavoro, in perfette condizioni e motivato come sempre. Siamo desolati per quanto accaduto. Aristide era un’ottima persona e con lui c’era ormai un rapporto di amicizia al di là della collaborazione lavorativa, visto che era nell’Asl da oltre vent’anni. Aveva ricevuto anche dei riconoscimenti, per esempio era stato nominato per la Regione nel gruppo nazionale incaricato di seguire la sicurezza delle macchine e degli impianti».
Abitava a Lodi in via San Giacomo e in città era molto conosciuto. Domenica mattina era uscito in bici per una passeggiata sulla ciclabile di Montanaso ma nei pressi di Arcagna c’è stata la tragedia. È stato il figlio a riferire di un’inchiesta aperta dalla procura per fare luce sull’accaduto. Ma si tratta di un atto d’ufficio. Non sembrano esserci dubbi sul fatto che si sia trattato di una tragica fatalità.
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