Nascite in crescita nel Lodigiano, segnale di speranza

Secondo il rapporto Istat incremento di nati nel 2021 in provincia del 4,8 per cento, in controtendenza rispetto al calo a livello nazionale

Nuovi nati, modesti segnali di speranza per la provincia di Lodi. Il rapporto Istat sulla natalità in Italia nel 2021, pubblicato nei giorni scorsi dall’istituto nazionale di statistica, evidenzia un nuovo superamento del record – al ribasso – toccato nel primo tragico anno di pandemia. Una tendenza che il Lodigiano però smentisce, registrando al contrario un lieve ma significativo rimbalzo.

Nel complesso del Paese le nascite nel 2021 si sono attestate a quota 400.249, circa 4.500 in meno rispetto al 2020 (-1,1%). Quelle certificate presso gli uffici anagrafe dei 60 comuni lodigiani sono state invece 1.647 contro le 1.572 dell’anno precedente, dunque con un incremento di 75 unità (+4,8%). Un bel segnale di resilienza da parte della comunità che trova per altro solo parziale riscontro nei dati provvisori riferiti ai primi nove mesi dell’anno in corso.

I nuovi nati in provincia da gennaio a settembre 2022 sono stati infatti 1.178, 16 in meno rispetto allo stesso periodo del 2021, una flessione cioè dell’1,3%. Sembrerebbe insomma aver ripreso sostanza la parabola negativa in atto ormai da almeno tre lustri: solo nel 2016 si era registrata una inversione di tendenza assimilabile a quella del 2021, poi era ripresa la discesa. Con una doverosa precisazione. Nei nove mesi considerati l’Istat stima infatti per l’Italia circa 6mila nascite in meno rispetto al 2021, una riduzione quindi già di molto superiore a quella registrata nell’intero anno precedente. In provincia di Lodi, la frenata è invece decisamente meno brusca, in ossequio ad una tendenza consolidata. Se dal 2008 al 2021 la natalità in Italia ha registrato infatti una flessione del 30,6%, nel Lodigiano ci si è “fermati” al 24,1%, passando da 2.170 a 1.647 bebè (-523). Un calo per altro attribuibile per la maggior parte alle coppie con entrambi i genitori italiani (-38,5% dal 2008 al 2021, contro il -12,1% delle coppie straniere).

L’andamento demografico

Tornando ai dati 2021, va detto che dei nuovi nati 818 sono maschi e 829 femmine, 11 in più: una piccola rivoluzione perché dal 2016 era sempre accaduto il contrario, anche con scarti piuttosto ampi. I neonati con entrambi i genitori italiani sono 1.035 (62,9%), in aumento rispetto ai 987 del 2020 (ma nel 2008 era 1.684, cioè il 77,6%); quelli con entrambi i genitori stranieri 424, addirittura 11 in meno rispetto al primo anno di pandemia. Quanto alle coppie miste, 115 bebè hanno papà italiano e mamma straniera, 73 padre straniero e madre italiana: in tutto dunque sono 612 i nati nel 2021 con almeno un genitore originario di un’altra nazione (37,1%, più di uno su tre).

L’età media dei neo genitori è di 35,6 anni per il padre e 32,1 per la madre con una precisazione: le neo mamme straniere partoriscono mediamente prima (a 29,4 anni) rispetto alle italiane (33,1). In particolare 1.020 neo mamme su 1.647 (62%) hanno partorito tra i 30 e i 39 anni e 503 (30,5%) sotto i trent’anni, ma ci sono anche 135 donne (7,5%) che hanno avuto un figlio a 40 o più anni, di cui 11 tra i 45 e i 49.

Riguardo allo stato civile, la maggioranza delle partorienti (991, pari al 60,2%) risultava coniugata, ma ben 629 erano nubili (38,2%, più di una su tre) e 27 divorziate. Nel 2008 il rapporto tra madri coniugate (1.693, 78%) e nubili (390, 18%) era ben diverso, segno di una sempre più marcata tendenza a generare figli al di fuori del matrimonio.

La geografia del territorio

Dei 1.647 nuovi nati iscritti nel 2021 alle anagrafi dei comuni lodigiani ben 752 sono nati fuori dal territorio: di questi 523 in altre province e 223 addirittura in un’altra regione, oltre ai 6 venuti alla luce all’estero. Siamo al 45,3% del totale. La scelta di molte coppie di affidarsi per il parto a strutture diverse da quelle messe a disposizione dall’Asst di Lodi – di fatto il solo Ospedale Maggiore del capoluogo – non è nuova, ma si è di certo accentuata nell’ultimo quinquennio. Nel 2017, l’ultimo anno di operatività piena del Punto Nascite di Codogno – poi soppresso -, i bebè lodigiani nati fuori provincia erano stati 544 su 1.824, cioè il 29,8%, un terzo in meno. La chiusura di Codogno non sembra aver dunque comportato un automatico trasferimento del “carico” al presidio di Lodi, con al contrario una possibile migrazione di parte dei neo genitori verso Piacenza, Cremona o Milano. Ma questa è un’altra storia.

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