Nel Lodigiano l’84% dei pozzi dell’acqua è contaminato da composti fluorurati. Il picco a Crespiatica.
Secondo la ricerca di Greenpeace è la situazione peggiore della Lombardia, per la Sal però l’acqua del rubinetto è sicura e controllata
Anche nelle acque lombarde destinate al consumo umano sono presenti PFAS (composti poli e perfluoroalchilici), sostanze chimiche artificiali, altamente persistenti e associate a numerosi problemi per la salute, tra cui alcune forme tumorali. A svelarlo è stata l’indagine condotta da Grrenpeace Italia sulla base di dati richiesti in un periodo compreso tra il 2018 e il 2022 a tutte le ATS (Agenzia di Tutela della Salute) e agli enti gestori delle acque potabili lombarde. Su circa 4mila campioni analizzati dagli enti preposti, circa il 19% del totale (pari a 738 campioni) è risultato positivo alla presenza di PFAS.Vi sono casi in cui la contaminazione è a livello di acqua di captazione e altri in cui è specificato che si tratta di acqua immessa nella rete post trattamento; purtroppo, nella maggior parte dei casi gli enti non hanno specificato quando i campioni si riferissero ad acqua di pozzo e quando a quella che esce dal rubinetto di casa. Inoltre, l’inquinamento rischia di essere molto sottostimato, se si considera che le analisi condotte finora sono parziali e non capillari.Le province con la più elevata percentuale di campioni contaminati sono state nell’ordine: Lodi, con l’84,8% positivo alla presenza di PFAS; Bergamo e Como, rispettivamente con il 60,6% e il 41,2%. Milano, con un quinto delle analisi positive. Tuttavia, in termini assoluti, la provincia di Milano, dove si registra il numero più elevato di analisi effettuate, ha il triste primato del maggior numero di campioni in cui sono stati rilevati PFAS (ben 201); Brescia, con 149 campioni positivi, Bergamo, con 129 campioni positivi. Secondo la Sal però la nostra acqua del rubinetto è più che sicura.
Per l’azienda pubblica con sede nell’ex polo fieristico di San Grato quella di ieri è stata una giornata sotto pressione, alla luce di questi dati; ed è stata diramata una nota ufficiale: “Nessun rischio per la salute dei cittadini che possono continuare a bere serenamente l’acqua del rubinetto distribuita da SAL in provincia di Lodi” è la precisazione del presidente di SAL, Giuseppe Negri. “SAL, gestore unico del Servizio Idrico Integrato in provincia di Lodi, fuga ogni dubbio circa la sicurezza e la qualità dell’acqua di rete e lo fa confermando innanzitutto di aver contribuito alla raccolta dei dati richiesti da Greenpeace relativamente alle campagne di analisi incentrate sulla ricerca dei PFAS nei campioni di acqua di rete. I dati analitici forniti da SAL riguardano quindi solo i campioni che hanno evidenziato una presenza di PFAS, anche se sotto il limite raccomandato dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità), e che costituiscono solo una quota marginale, non certo un campione rappresentativo di tutta l’attività di analisi del Laboratorio SAL (3.900 campioni e oltre 100.000 parametri misurati solo nel 2021). I limiti di legge sulla potabilità dell’acqua per i PFAS sono stati introdotti dal D.lgs 18/2023, ed entreranno in vigore dal febbraio 2026. Tuttavia, SAL monitora l’eventuale presenza di microinquinanti previsti dai futuri limiti di legge già dal 2019, quando con un investimento di circa 250mila euro ha acquistato appositamente la strumentazione per poter rilevare i microinquinanti emergenti, compresi i PFAS. Grazie a questa strumentazione si è iniziato a monitorare tutti i comuni del Lodigiano e non sono mai stati rilevati valori superiori rispetto a quanto raccomandato dall’ISS, in relazione al caso Veneto, ovvero il limite di 0,5 microgrammi/litro. SAL ha fornito, come richiesto, i dati relativi agli anni 2019-22, inviando i risultati delle analisi laddove veniva evidenziata una presenza seppure inferiori rispetto ai valori indicati e raccomandati dall’ISS. SAL, anticipando l’entrata in vigore dei limiti di legge sui PFAS, in questi anni ha potenziato gli impianti di potabilizzazione con filtri a carboni attivi, proprio per prevenire problemi di questo genere. Con riferimento all’unico dato relativo alla presenza di PFAS nel comune di Crespiatica si precisa che i valori riscontrati, al termine della procedura di verifica, risultavano conformi ai parametri raccomandati dall’ISS e che ad oggi non sussiste nessuna criticità sul territorio lodigiano. Per garantire la sicurezza dell’acqua e la riduzione dei potenziali pericoli per la salute SAL effettua ogni anno migliaia di campioni e analisi dell’acqua di rete tramite il laboratorio analisi certificato e accreditato secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 ed iscritto nel Registro della Regione Lombardia dei laboratori di analisi autorizzati a svolgere controlli analitici sull’acqua ad uso alimentare secondo la normativa vigente.
La mappa di Greenpeace: https://public.tableau.com/app/profile/greenpeace.italy/viz/PFAS_Lombardia/PFAS_COMUNI
Leggi l’articolo di Andrea Bagatta sul Cittadino di Lodi in edicola domani 19 maggio e in digitale
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