Ecco il bilancio nero del mondo del lavoro in questo fazzoletto di terra che è il Lodigiano: 9.060 licenziamenti dal 2008 al 2013, 18.003 disoccupati tra cui 2.522 persone in mobilità. I dati sono stati elaborati dai professionisti del Centro per l’impiego, l’ente che fa capo alla Provincia di Lodi, e mostrano un territorio messo a dura prova dalla crisi.
Del resto negli ultimi sei anni la storia racconta di multinazionali che hanno fatto le valigie, di aziende che hanno aperto la porta a cassa integrazione e licenziamenti, di trattative che si sono spostate dai tavoli locali fin giù al ministero e di proteste fuori dai cancelli per strappare un accordo. Un film che non può dimenticare la battaglia degli esodati, circa 800 sul territorio, rimasti senza pensione e senza ammortizzatori sociali.
Dall’inizio dell’anno, tra gennaio e marzo, 500 lodigiani hanno perso il posto di lavoro. Se si torna indietro al 2008, quando a restare senza assegno erano 1.394 persone, si nota una vera e propria escalation: 1.488 nel 2009, 1.630 nel 2010, 1.749 nel 2011, per toccare quota 2.299 nel 2012. È proprio di fronte a questa situazione che in passato si è deciso di dar vita a un fondo di solidarietà per aiutare le famiglie in difficoltà, un istituto creato dalle istituzioni e oggi non più in vigore, a cui si affianca il fondo della diocesi.
Nel 2013 le assunzioni sono state - al 31 marzo - 6.137, il 66,71 per cento di queste è avvenuta con contratti a tempo determinato, il che corrisponde in numeri assoluti a 4.094. Il 24,93 per cento, invece, rientra nella categoria del contratti a tempo indeterminato, pari a 1.530. A questi si aggiungono 157 assunzioni di apprendistato, 12 per lavoro intermittente e 273 di parasubordinato, più 71 contratti di altro tipo.
In una provincia che conta 223.659 abitanti, questo il dato ufficiale dell’Istat più aggiornato, i disoccupati sono 18.003, una cifra che comprende 2.522 lodigiani in mobilità. Gli iscritti ordinari al Centro per l’impiego sono quindi 15.481, non tutti usufruiscono degli ammortizzatori sociali. Per poter ottenere l’indennità di disoccupazione è necessario soddisfare alcuni requisiti, come per esempio lo stato di disoccupazione involontaria, due anni di anzianità assicurativa, almeno un anno di contributi nei due anni precedenti.
L’identikit del disoccupato medio, ricavato dai dati a disposizione, è quello di una donna con un’età compresa tra i 26 e i 40 anni. Questo perché ad avere la peggio sono le lodigiane: 8.354 senza lavoro contro 7.136 uomini, numeri aggiornati a marzo 2013. Il guaio è che la maggior parte dei disoccupati, 6.549 per l’esattezza, è giovane e rientra proprio nella fascia 26-40 anni. Poi, però, ci sono tutti gli altri: 3.682 senza stipendio con un’età tra i 41 e 50 anni, 2.494 over 50 e pure 2.756 tra i 15 e i 25 anni.
Per quanto riguarda il piccolo esercito in mobilità, che comprende i licenziati delle aziende in difficoltà, la situazione si ribalta: gli uomini sono più colpiti rispetto alle donne, si tratta di 1.522 lavoratori contro mille lavoratrici.
Infine, gli apprendisti nel 2013 ammontano a 293, un dato che si ferma a marzo. L’anno scorso erano stati 1.120, nel 2011 avevano superato la soglia dei 1.278 e nel 2010 erano 1.163. Non tutti, però, sono operativi nelle sedi lodigiane. Ci sono poi i tirocini comunicati dalle aziende che lavorano nel Lodigiano, 142 in tutto per quest’anno, mentre negli ultimi due anni la schiera superava le 500 unità. A proposito di tirocinio, le associazioni di categoria degli artigiani hanno avviato un progetto per far sì che i giovani possano iniziare un percorso all’interno delle imprese e imparare direttamente sul campo un mestiere. Una proposta che ha registrato il “tutto esaurito”, con chiamate e richieste arrivate persino dai genitori.
Greta Boni
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