Arresti domiciliari per il medico di 36 anni finito in carcere due settimane e mezzo fa con l’accusa di “spaccio di stupefacenti” per aver prescritto “senza titolo e in mancanza di requisiti” farmaci dimagranti che fanno passare la fame: la decisione del tribunale del Riesame di Milano è stata anticipata ieri mattina all’avvocato Roberto Novellino, che difende sia il professionista, R.M., sia un suo amico e collaboratore di 38 anni, M.P., di Pieve Fissiraga. Quest’ultimo, per il uso ruolo di “fattorino” di scatoloni pieni di farmaci, era stato invece messo agli arresti domiciliari, con la medesima accusa, e ha ottenuto dal tribunale della libertà di poter finalmente uscire di casa.
Il difensore aveva contestato un’evidente differenza tra l’orientamento della procura e del tribunale di Lodi e quello invece del tribunale di Milano a fronte di una vicenda identica, l’accusa di iperprescrizione, a soggetti non obesi, di farmaci riservati in Italia alla cura di malattie e di obesità gravi: il medico lodigiano, che era incensurato, era stato infatti messo in carcere, il suo collega milanese, che aveva avuto tra i clienti anche personaggi noti dello spettacolo, era stato solamente sospeso dalla professione, in attesa del giudizio.
«Occorrerà che un esperto di medicina valuti le accuse - osserva l’avvocato Novellino -: ad esempio l’obbligo di prescrivere questi farmaci solo a chi ha un indice di massa corporea superiore a 30 ha delle deroghe, e i presunti rincari praticati dal medico sui costi dei farmaci trovano una spiegazione nel fatto che venivano consegnati ai pazienti assieme ad altri prodotti senza ricetta, come alcune creme».
L’indagine del pm Giampaolo Melchionna e della Guardia di finanza di Lodi intanto prosegue, con gli interrogatori dei pazienti, mentre solo dopo Ferragosto le due farmaciste di Lodi sospese per due mesi dalla professione, nell’ambito della medesima inchiesta, avranno l’udienza al Riesame per chiedere la revoca della pur blanda misura cautelare. Dal loro punto di vista le regole della presenza di una ricetta e di un piano terapeutico per questo tipo di farmaci sono sempre state rispettate.
Intanto l’Ordine dei medici di Lodi attende ancora dalla procura che gli venga comunicato ufficialmente il nome del professionista arrestato per poter aprire il fascicolo disciplinare. Che poi, come quello aperto a Pavia per lo psichiatra lodigiano accusato di abusi sessuali, resterà “congelato” quantomeno finché il medico, cadute le limitazioni della libertà personale, potrà essere interrogato dall’Ordine per difendersi.
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