Ieri mattina, tutti hanno pianto. È stato un momento particolarmente commovente quello vissuto all’istituto Einaudi, che ha voluto ricordare la giovane Hadir, studentessa dell’istituto e vittima dell’incendio alla cascina Vistarina, domenica scorsa.
I ragazzi hanno affollato l’atrio della scuola, dove sono state proiettate alcune fotografie della ragazza che per cinque anni, tutte le mattine, era entrata tra quelle mura portando il suo sorriso.
La sua incredibile allegria, infatti, è quello che mancherà di più a tutti gli studenti che ieri, con gli occhi lucidi, singhiozzavano ricordando la loro compagna.
«Quando il sole splenderà, ricorderò sempre il tuo sorriso» ha detto infatti una sua amica, che si è alzata in piedi e ha letto un breve messaggio, sostenuta dagli applausi sinceri di tutti i presenti.
Non si è mai vista una platea di studenti tanto silenziosa, che in un momento così triste ha abbandonato gli scherzi e le chiacchiere tipiche dell’adolescenza per riflettere sull’accaduto e sull’importanza dell’amicizia.
«Dovunque sia ora Hadir, spero che possa vederci - ha detto la preside Virginia Vitale -, spero che possa sentire questo affetto che ci unisce a lei, alla sua famiglia e alle sue amiche più care, che erano molte, vista la sua capacità di essere gentile e disponibile con tutti». Il padre, invitato, ha preferito vivere il proprio dolore privatamente, ma le migliori amiche di Hadir erano presenti, e hanno mostrato un cartellone in cui ognuno ha lasciato una firma, un messaggio, il tentativo di descrivere il proprio dolore e magari, scrivendolo, metabolizzarlo.
«Hadir era una grande persona - ha commentato Chaima, una delle migliori amiche della ragazza scomparsa - e un po’ eravamo invidiose di lei: per come era, per come si vestiva, ma soprattutto per la capacità di lottare per i propri obiettivi».
«Il modo migliore per ricordarla, ora, è portare avanti voi i suoi obiettivi, quello in cui credeva» ha detto la professoressa Sonia Morrone, insegnante che, tra l’altro, ricopre il ruolo di referente interculturale presso la scuola Einaudi. «La meta di Hadir era il diploma» ha continuato l’insegnante, che conosceva Hadir fin dalle suole medie. «L’ho incontrata quando insegnavo diritto alla scuola media Cazzulani, nel 2008 - ha spiegato -. Dopodiché, Hadir era venuta qui, e con il suo carattere era riuscita a guadagnarsi l’affetto di tutti all’Einaudi, che era un po’ come la sua casa. Io non ho mai dovuto parlare di integrazione con lei, che sapeva far convivere i valori della sua famiglia con la sua cittadinanza italiana. Sono onorata, invece, di aver ricevuto le sue confidenze, la sua amicizia, e di essere stata sua insegnante in questi anni» ha concluso la Morrone, con la voce rotta dal pianto. A quella commozione si sono uniti tutti gli studenti della scuola, compresi quelli della sede staccata in via Dante, che non hanno voluto mancare.
Erano presenti anche alcuni studenti dell’Itis, compagni del fratello di Hadir, Ramy, anche lui morto nel rogo che si è portato via anche la mamma e un altro fratello, che hanno offerto la propria solidarietà per un lutto che ha colpito tutto il mondo della scuola lodigiana.
Un ricordo è stato portato anche dalle insegnanti Enrica Strada e Patrizia Castelli, dopodiché tutti gli studenti sono usciti nel giardino della scuola per un ultimo simbolico saluto.
Nel centro del cortile si è formato un grande cerchio, e alcuni studenti hanno liberato in cielo decine di palloncini bianchi: forse i palloncini gonfiati ad elio non raggiungeranno l’amica scomparsa, ma sicuramente l’affetto dei suoi compagni sì.
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