Pandemia, il modello Lodi fa scuola anche ad Harvard
Il lavoro di squadra in ospedale preso ad esempio dagli economisti del prestigioso ateneo statunitense
Il modello Lodi, applicato durante la prima ondata pandemica, diventa un caso di studio alla facoltà di economia dell’università di Harvard, negli Stati Uniti. Per insegnare ai giovani come si affrontano le situazioni di crisi. Due professoresse della Harvard business school hanno fatto del modello gestionale messo in campo dall’Asst di Lodi, durante l’epidemia, un “case study”. Ad interessare è stato il punto di vista gestionale applicato, il modello filosofico, utile per insegnare all’università. Le due docenti di Harvard Francesca Gino e Raffaella Sadun, distanti dalle loro famiglie che si trovavano in Italia, nel pieno della pandemia, hanno raccolto diverse interviste, partendo dal direttore dell’Asst Massimo Lombardo, per arrivare a medici, infermieri e tecnici, tra i quali Stefano Paglia, Pietro Bisagni, Enrico Storti, Ilaria Guerci, Annalisa Malara e Aurelio Farina.
Colpisce vedere sul sito di Harvard le due dottoresse che discutono del caso Lodi. «Le docenti hanno raccolto le storie dei protagonisti - spiega il responsabile del dipartimento chirurgico Bisagni - per capire quali sono stati i punti di forza dell’organizzazione, ovvero la capacità di ridiscutere ogni ruolo per metterlo a disposizione della causa comune: fronteggiare per primi la pandemia nel mondo occidentale. Erano interessate ad analizzare una situazione di stress, capire come si reagisce a un evento inaspettato. Hanno avuto più che altrove la capacità di cancellare ognuno la propria unicità e mettersi a disposizione della necessità del momento. Siamo diventati in grado di gestire situazioni che prima non avremmo neanche pensato fosse possibile. Ci ha fatto piacere che abbiano preso noi come esempio. Era da un po’ che ci lavoravano. È una bella soddisfazione».
«Quello che questo ospedale ha fatto - dice una docente - è stato spettacolare. Velocemente si sono riorganizzati e una delle prime decisioni che hanno preso è stata rompere la gerarchia dell’ospedale. Se eri il più importante o meno non contava. Hanno creato un’unità di crisi formata da diverse prospettive che potessero contribuire alla nuova configurazione dell’ospedale. Hanno iniziato ad educare anche altri clinical leaders con un articolo pubblicato sul New England Journal of Medicine dove hanno condiviso la loro esperienza, quello che sarebbe arrivato negli altri ospedali e quello che potevano fare per prepararsi. Abbiamo deciso di creare un multimedia case study per la ricchezza di questa storia che deriva dalle persone che hanno vissuto tutto questo».
Ancora oggi quando riascoltano le interviste e realizzano quello che i medici hanno dovuto affrontare alle due docenti viene «la pelle d’oca. Ci hanno aperto un modo diverso di analizzare i problemi e pensare alle lezioni manageriali insieme».
© RIPRODUZIONE RISERVATA