È stata dedicata ai cristiani perseguitati, così come chiesto dai vescovi di tutta Italia, la Veglia di Pentecoste. E sabato sera in Cattedrale accanto al vescovo Maurizio e a monsignor Claudio Baggini c’era monsignor Virgil Bercea, vescovo eparchiale di Oradea dei romeni, greco cattolico. «Insieme a tanti sacerdoti ho la gioia di accogliere il mio fratello vescovo orientale, perché la lode a Dio sia proclamata a due polmoni - ha detto monsignor Malvestiti, presentando il presule, amico di lunga data, con un’espressione ripresa da Giovanni Paolo II -. Insieme con lui vogliamo dire tutta la nostra vicinanza orante e tutta la nostra solidarietà verso i cristiani perseguitati. Perseguitati nel nome di Cristo, che non rinunciano ad invocare, non temendo coloro che uccidono il corpo e ben sapendo che in Cristo vivranno sempre ed eternamente. In particolare vogliamo pregare questa sera per i cristiani d’Oriente e chiedere al Signore che possano rimanere là dove il Vangelo ha iniziato la sua corsa». Dove, ha aggiunto, meritano di rimanere per l’amore che hanno riservato alla propria fede cristiana ma incontestabilmente anche alla propria terra, cultura, nazione. Inoltre: «Nel cuore del fratello vescovo Virgil passeranno in questi momenti i ricordi della persecuzione che personalmente ha subito. I ricordi di numerosi vescovi per i quali è in corso la causa di beatificazione. Un martirio luminoso», l’ha definito. E ha testimoniato: «Per parte mia non posso dimenticare, all’indomani della chiusura del Sinodo del Medio Oriente nell’ottobre 2010, al ritorno dei vescovi in Oriente, quanto è avvenuto nella chiesa siro cattolica a Baghdad. Quando i fedeli in preghiera sono stati colpiti. Non posso dimenticare i due giovani sacerdoti che hanno fatto scudo con il loro corpo ai fedeli e porto nella mente e nel cuore le immagini dei loro corpi con i sacri paramenti segnati dalla effusione del sangue. Dopo aver celebrato, seppero ripetere con la vita le parole della consacrazione: «Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue». «La Veglia di Pentecoste è stata concelebrata dal vicario generale, dai vicari foranei, dai superiori del seminario e da tanti sacerdoti. Associazioni e movimenti dei laici hanno animato la Messa. Ha concluso monsignor Malvestiti: «Invochiamo lo Spirito, che ci conduce insieme. La diversità, quella che è arricchente perché frutto dello Spirito, quella che non nuoce bensì esalta l’unità, vinca le nostre contraddizioni».
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