Se si tratta di una mera operazione di marketing oppure della reale volontà di investire con forza sulla tradizione è ancora presto per dirlo. La certezza, nel triste panorama economico lodigiano di questi mesi, è che sui capannoni Newlat di San Grato, in fregio alla via Emilia, da alcuni giorni è spuntata nuovamente l’effige della storica Polenghi Lombardo. Un’iniziativa che il presidente del gruppo Newlat, Angelo Mastrolia, rivendica come la prova concreta che il suo impegno per lo stabilimento lattiero caseario rilevato da Parmalat è serio e non peregrino. Per contro, la Flai Cgil bolla l’operazione come «puro marketing che nasconde una situazione poco tranquillizzante».
«Il progetto di rilancio del marchio Polenghi Lombardo, un marchio storico italiano, è reale - assicura Mastrolia - e il logo sullo stabilimento di Lodi è solo un passo in questa direzione. I furgoni con il brand della Polenghi Lombardo sono già operativi sul territorio da mesi. I risultati iniziano ad arrivare: registriamo un aumento delle vendite del latte fresco alta qualità Polenghi Lombardo (che però viene confezionato a Reggio Emilia, ndr), speriamo che il successo del latte traini gli altri prodotti».
In una provincia, quella lodigiana, in cui si produce un fiume di latte ma non esistono grandi stabilimenti di trasformazione dell’“oro bianco” locale, il marchio Polenghi Lombardo visibile dalla via Emilia pare aver creato una sana curiosità. I volumi di lavorazione del polo di San Grato, però, continuano a soffrire, specie con il venir meno delle commesse Parmalat, azienda da cui Mastrolia aveva rilevato il polo produttivo di Lodi.
«L’azienda aveva annunciato su Lodi 38 esuberi strutturali per il calo delle commesse legato ai contratti Parmalat - spiega Paolo Zanetti, segretario provinciale della Flai Cigl -, esuberi che sono temporaneamente rientrati con l’avvio a gennaio della cassa integrazione straordinaria richiesta per un anno. È evidente però che gli esuberi rimangono, perché la situazione non riparte e le produzioni sono le stesse. C’è un grosso problema sulla mozzarella, legato ai contratti Parmalat. L’installazione dei nuovi marchi sullo stabilimento di Lodi è puro marketing, dietro al quale si nasconde una situazione che non ci tranquillizza». Una visione, quella fornita dalla Cgil, che non coincide con quella della proprietà. «La produzione a Lodi è soddisfacente, anche se non nascondo le difficoltà legate alla mozzarella - spiega Mastrolia -, la volontà di investire sui prodotti a marchio Polenghi Lombardo però rimane, con l’obiettivo di farlo diventare il marchio di punta del gruppo. Le premesse per vincere la scommessa ci sono, basta guardare a quanto sta succedendo con il latte alta qualità Polenghi Lombardo: Parmalat l’aveva abbandonato, noi l’abbiamo rilanciato e dal punto di vista delle vendite stiamo avendo ragione».
Sul tavolo, oltre agli esuberi strutturali per il polo di Lodi (la “patata bollente” rischia di tornare d’attualità tra un anno), rimane il tema della nuova configurazione di Newlat, collegato strettamente all’ipotesi di costruire un nuovo stabilimento in Emilia. «Abbiamo chiesto a livello nazionale un incontro con Mastrolia - avverte Zanetti - e siamo in attesa di una risposta».
Lorenzo Rinaldi
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