POLITICA Nuovi collegi: il Lodigiano meno presente in Parlamento
Lo schema di decreto dopo il referendum riduce le possibilità di avere rappresentanti locali
Spazi più ristretti per portare dei lodigiani in Parlamento. Con la revisione dei collegi, a seguito del referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari il territorio rischia di fare più fatica, soprattutto al Senato, a far eleggere propri rappresentanti. È quanto emerge dello schema di decreto legislativo varato dal Consiglio dei ministri, che ridetermina i collegi uninominali e plurinominali.
Si tratta di un disegno complessivo anche alla luce della riduzione del numero dei parlamentari, che con la riforma costituzionale passeranno dagli attuali 945 ai futuri 600. Da quanto emerge dallo schema di decreto, per la Camera nell’uninominale la provincia di Lodi è nel collegio 2 di Lombardia 4, misto con Pavia, a prevalenza lodigiana e con parte del Sudmilano: nel 2018 era stato eletto Claudio Pedrazzini (allora Forza Italia, ora Cambiamo!).
Nel plurinominale, il Lodigiano è invece nel collegio 1 di Lombardia 4, con tutti i comuni delle Province di Lodi, Pavia, Cremona e Mantova. In questo collegio sono stati eletti nell’ultima legislatura Guido Guidesi (Lega), Lorenzo Guerini (Pd), attuale ministro alla Difesa, e Valentina Barzotti (Movimento Cinque stelle, subentrata a Iolanda Nanni). Per Montecitorio seppure le circoscrizioni siano state allargate e i numeri ridotti, rimangono ancora dei margini per portare lodigiani a Roma.
Discorso più complicato invece quello del Senato. Per l’uninominale siamo nella Lombardia 10 con tutti i Comuni delle province di Lodi e Pavia: nel 2018 il collegio era Lodi-Cremona ed era stata eletta Daniela Santanché (Fratelli d’Italia). Per il plurinominale del Senato, Lodi è nel collegio 2, comprendente i territori dei collegi uninominali Pavia/Lodi, Cologno Monzese, Sesto San Giovanni e parte di Milano. Nel 2018 il collegio era più ristretto e Lodi è riuscita a portare a Palazzo Madama Luigi Augussori (Lega). Ovviamente questo schema è un primo passo, che andrà poi sottoposto all’attenzione delle Camere, ma l’obiettivo del Governo è quello di rivedere la legge elettorale. Lo ha spiegato chiaramente il ministro alla Difesa Lorenzo Guerini: «L’adozione preliminare dello schema di decreto legislativo con cui sono state apportate modifiche all’individuazione delle circoscrizioni e dei collegi elettorali rappresenta un passaggio dovuto, relativo all’adeguamento dell’organizzazione dei collegi stessi conseguente alle nuove previsioni costituzionali sul numero dei parlamentari, in coerenza con l’esito del referendum svoltosi il 20 e 21 settembre scorsi. Si tratta di una fase transitoria, lungo un percorso che contempla l’obiettivo di mettere a punto una nuova legge elettorale, ponendosi anche il tema del rischio di restrizione della rappresentanza dei territori di più contenute dimensioni, oggettivamente determinato dalla riduzione del numero dei parlamentari».n
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