Poste, uffici chiusi? Manca il personale

Sindacati sulle barricate, servono almeno 40 assunzioni

Caos senza via d’uscita in posta. Al punto che i sindacati sono tornati a protestare e a chiedere nuove assunzioni per far fronte ai problemi che colpiscono il Lodigiano: all’appello mancherebbero circa quaranta lavoratori, da distribuire nel settore del recapito e negli uffici, soprattutto agli sportelli. L’ultima manifestazione si è tenuta una settimana fa davanti alla prefettura di Lodi, quando Cisl, Confsal e Ugl hanno dato vita a un presidio, le organizzazioni stanno cercando di contattare il prefetto Matteo Piantedosi per spiegare quale clima si respira all’interno di Poste Italiane.

«Abbiamo dei grossi problemi per quanto riguarda l’apertura degli uffici - spiega Giovanni Martorana, segretario provinciale della Cisl che segue la categoria -: spesso fa la sua comparsa il cartello “chiuso per problemi tecnici” ma questo non è affatto vero, si chiude perché manca il personale. È accaduto nei paesi, come a Boffalora, dove siamo stati ricevuti anche dal sindaco Livio Bossi, e a Castelnuovo. È una cosa molto grave, l’azienda non vuol capire che c’è bisogno di più lavoratori e continua a sostenere che va bene così. I clienti, però, che a volte prendono un permesso dal lavoro per sbrigare le loro commissioni, poi si ritrovano con gli uffici chiusi».

Durante il presidio sono stati distribuiti 1.500 volantini ai cittadini, un’iniziativa messa in campo per informare gli utenti dei problemi, dal momento che sono i primi a pagarne le conseguenze: «Molti ci hanno chiesto spiegazioni, poi alla fine ci hanno dato pure ragione», commenta Martorana, «d’altronde si chiedono come mai a volte uno sportello è aperto e tutti gli altri no».

Il blocco degli straordinari continuerà fino alla fine del mese, una forma di protesta che sta creando qualche disagio a Poste Italiane, ma anche ai cittadini: «Abbiamo chiesto scusa alla gente che si trova senza il servizio, però dobbiamo far valere le nostre ragioni».

Mancano operatori agli sportelli e mancano i portalettere, le assunzioni con contratti a tempo determinato o part-time spesso creano difficoltà e ritardi nell’orario di apertura degli uffici, senza contare che alcuni presidi non hanno ancora un responsabile, come accade a Valera Fratta, Crespiatica e, a breve, Comazzo. «Siamo stati anche bloccati dal nuovo sistema informatico Sdp che doveva agevolare le operazioni, in realtà non è stato così - dice Martorana -, poi i cittadini se la prendono con l’operatore che non c’entra nulla, molti clienti sono stati mandati via perché era impossibile eseguire le operazioni».

I sindacati stanno per organizzare un’altra manifestazione, proprio di fronte alla sede centrale di Poste Italiane in via Fascetti, sono in attesa delle regolari autorizzazioni. «Ormai siamo al punto che se si guasta la stampante si ferma tutto, manca la carta e pure le penne, una cosa vergognosa. Visto che l’amministratore delegato dice che l’azienda è in salute, non capiamo come mai ci siano tutti questi problemi».

Greta Boni

© RIPRODUZIONE RISERVATA