
«Potevamo fare un nuovo ospedale al casello A1. Lodi perse il treno nel ’98»
L’architetto Bracchi va a Cremona per il nuovo nosocomio da 600 stanze
Ventidue anni in campo a rifare gli ospedali del Lodigiano. Venerdì è stato l’ultimo giorno di lavoro per l’architetto Maurizio Bracchi, santangiolino, classe 1962. Responsabile dell’ufficio tecnico dell’Asst di Lodi, Bracchi è stato anche direttore del dipartimento economico e finanziario, approvigionamento e logistica, gestione del personale e sistemi informativi, nonché direttore amministrativo aziendale. La nuova sfida che lo attende è la costruzione di un nuovo ospedale a Cremona. Ad assegnargli l’incarico l’ex direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Lodi Giuseppe Rossi.
A Cremona il nuovo ospedale che non è nato a Lodi...
«L’ospedale di Cremona non ha vissuto nel tempo uno sviluppo come il nostro. Si trova in una situazione grave e non è ristrutturabile. Ha un’area di competenza di 18 ettari».
Ma a Lodi non si può costruire un nuovo ospedale?
«L’ex manager Andrea Belloli è arrivato nel ’98, 15 giorni dopo l’avvio del progetto della terza ala. Se fosse arrivato 15 giorni prima avrebbe costruito un ospedale all’uscita dell’autostrada. Lodi nel tempo ha investito 200milioni di euro per ristrutturare i suoi presidi, la cifra che ci vuole per costruirne uno nuovo. Sarebbe controproducente buttare via gli investimenti fatti».
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