Prenotare i vaccini con il sistema di Poste Italiane, Regione Lombardia spiega come si fa. «Prima dose dai 60 anni in su entro il 9 giugno»
Il nuovo sistema sarà attivo da domani 2 aprile
Da domani Regione Lombardia abbandona la piattaforma di prenotazione dei vaccini della propria società Aria, fatte salve le prenotazioni già effettuate, e si affida al sistema di Poste Italiane, già attivo in diverse regioni italiane. In diretta la conferenza stampa di presentazione della nuova piattaforma di prenotazione delle vaccinazioni anti-covid di Regione Lombardia in collaborazione con Poste Italiane.
Alla conferenza sono presenti il Presidente Attilio Fontana, la Vicepresidente e Assessore al Welfare Letizia Moratti, l’Assessore alla Protezione Civile Pietro Foroni, il coordinatore della campagna vaccinale in Lombardia Guido Bertolaso e Mirko Mischiatti, responsabile Digital Technology & Operation di Poste Italiane. Il vicepresidente Letizia Moratti ha sottolineato che la Lombardia ha somministrato finora l’89% delle dosi rese disponibili dal Governo. Moratti, che ha la delega al Welfare (sanità compresa) spiega che la nuova piattaforma può essere usata anche per gli estremamente vulnerabili, circa 600mila in Lombardia, e i caregiver.
Mischiatti spiega che si tratta di un’infrastruttura informatica di tipo dinamico e che sono a disposizione sia gli sportelli Postamat, da usare con la tessera sanitaria, sia i postini, che possono assistere gli utenti usando le proprie apparecchiature in dotazione.
Bertolaso intanto ha illustrato il funzionamento del centro vaccinale hub in Fiera a Milano e ha annunciato che ci saranno anche unità mobili che saranno gestite da Areu, per i paesi a oltre 40 chilometri dai centri vaccinali. Non dovrebbe essere il caso del Lodigiano. Secondo Bertolaso l’obiettivo è di completare le vaccinazioni over 80 in Lombardia nella settimana dopo Pasqua, e anche per loro sarà messo a disposizione il nuovo numero verde regionale per accedere al sistema di prenotazioni. Dal 12 aprile si proseguirà con 65mila dosi al giorno, di cui 50mila prime dosi. A inizio maggio, «quando ci è stata assicurata una maggiore disponibilità di vaccini», avremo in Lombardia mille linee vaccinali capaci di eseguire oltre 144mila vaccinazioni al giorno. Sono previsti 76 centri vaccinali in Lombardia aperti dalle 8 alle 20, ogni giorno. Riguardo alle vaccinazioni promosse dai datori di lavoro, saranno anch’esse effettuate presso i centri vaccinali, oppure in strutture private, sotto la regia del medico competente per l’azienda. Importante la fase dell’anamnesi e del consenso informato: si tratta di 11 fogli da compilare per ciascun cittadino. «Seicento milioni di fogli da compilare in Italia e conservare per dieci anni - ha sottolineato Bertolaso - le Poste effettueranno però una riduzione e una digitalizzazione». Restano over 80, insegnanti e categorie residuali già in corso di vaccinazione che non entreranno nel sistema di Poste.
Dal 12 aprile si partirà con la categoria 75 - 79 anni, che sono quasi 450mila lombardi. Secondo Bertolaso dovranno essere vaccinate entro il 26 aprile. Poi toccherà ai 546mila lombardi dai 70 ai 74 anni che si conta di vaccinare, dosi permettendo, dal 27 aprile al 12 maggio almeno con la prima dose. Quindi la successiva fase, per 1,2 millioni di lombardi tra i 60 e i 69 anni, che a maggio potranno avere anche il vaccino Johnson&Johnson. Questa ulteriore fase potrebbe terminare per il 9 giugno, con la prima dose. Per la fascia 50-59 anni la previsione di Bertolaso è di vaccinare dal 10 giugno fino a metà luglio, nella previsione peggiore. Rimarranno poi gli oltre quattro milioni di lombardi sotto i 49 anni, che però se le dosi abbonderanno potrebbero anche loro essere coperte per metà luglio. «Si tratta di previsioni e proiezioni, comunque», mette le mani avanti Bertolaso.
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