Pulizie in tribunale a Lodi, le paga di tasca propria un dirigente

Grandi pulizie nei giorni scorsi negli uffici del settore “notificazioni e protesti” del palazzo di giustizia di Lodi: un’azienda specializzata ha rimosso le tende e pulito tutte le finestre, all’interno e all’esterno. Normale amministrazione? No: i tendaggi erano un allevamento di ragni e le finestre erano polverose, soprattutto all’esterno, alla pari di tutte quelle del tribunale alto 5 piani. Improvvisa generosità del ministero della Giustizia? Nemmeno. È stata un’iniziativa del dirigente del settore, Pio Renato De Chiara: «L’impresa me la pago io, devolvo un pezzetto del mio stipendio. Lo faccio per me che lavoro qui dentro e per i colleghi. Perché chiedere è inutile, le risorse sono sempre meno». Le tende, di proprietà del Comune di Lodi, sono state riposte in scatoloni in vista di un futuro radioso in cui potranno essere lavate, apprettate e rimesse al loro posto. Le finestre degli uffici al piano meno 1 hanno perso il grigiore atavico e a prima vista non sembra più nemmeno un angolo del tribunale di Lodi. «Rimangono 12 neon fulminati, l’ho segnalato mesi fa ma finora c’è stato solo il sopralluogo dell’elettricista - continua De Chiara - per la sostituzione, si vedrà. Abbiamo la muffa negli uffici, lo scorso anno è stato applicato un pannello di gesso, ma ovviamente dopo pochi mesi la situazione è addirittura peggiorata. E alle risorse che mancano si aggiunge la burocrazia: il nostro ufficio ha dei fondi, ma non li può toccare. E continuando così, non è che lo Stato risparmia: ad esempio le luci nel garage sotterraneo sono accese 24 ore su 24, da un quarto di secolo, e sono tante. Basterebbero dei sensori che le facciano accendere solo quando c’è gente. E nei nostri uffici non si può abbassare l’illuminazione: mancano gli interruttori. Dovrei fare una richiesta scritta....».

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