Quattro arresti e tre denunce per detenzione e scambio di materiale pedopornografico: l’indagine era partita dal Lodigiano - IL VIDEO

Un uomo venne fermato dai carabinieri di Lodi per abusi sulla figlia di 11 anni e poi condannato. Da quella vicenda la ricostruzione del traffico di filmati che si ramificava dall’Italia alla Germania

Dall’arresto di un 46enne per abusi sulla figlia risalente a un anno fa i carabinieri del Comando provinciale di Lodi ricostruiscono una fitta rete di scambi di materiale pedopornografico che valica anche i confini nazionali con più di 200mila foto e video condivisi.

I carabinieri di Lodi sgominano una rete di pedofili. Le altre notizie del giorno www.ilcittadino.it. Video di Lorenzo Rinaldi

C’è anche un uomo residente in Germania tra le sette persone, quattro arrestate e tre deferite, per possesso di file pedopornografici: attività che ha preso avvio dall’aprile del 2023, quando i carabinieri del Nucleo investigativo dell’Arma lodigiana hanno avviato accertamenti a seguito delle segnalazioni di abusi di natura sessuale da parte di un 46enne sulla figlia: a presentarsi ai carabinieri era stato un amico dell’uomo che aveva mostrato ai carabinieri messaggi in cui il 46enne proponeva incontri sessuali con la partecipazione della figlia 11enne, vittima degli abusi già da 8 anni.

Fatti avvenuti in provincia di Lodi, nell’area di Sant’Angelo nello specifico, ma anche di Milano e Pavia dove l’uomo risiedeva in sistemazioni di fortuna. Un mese dopo lo stesso accusato, che nel frattempo si era trasferito fuori provincia, è stato arrestato in esecuzione della misura di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano: da qui la scoperta anche di un imponente archivio video e fotografico, migliaia di file in tutto, di stampo pedopornografico e di diversa provenienza tutti custoditi sui dispositivi informatici a disposizione del 46enne condannato lo scorso maggio dal Tribunale di Milano a 12 anni di carcere e a 50 mila euro di multa.

L’uomo però non era nient’altro che parte di un’articolata rete di persone che condivideva e custodiva il materiale multimediale da anni, con il personale “Operatori indagini telematiche” del Comando provinciale di Lodi che è riuscito a ricostruire ed individuare circa 215 mila contenuti scambiati in rete in cui venivano ritratti minori di diversa nazionalità. Indagini che hanno portato a quattro arresti in flagranza di reato, sotto la coordinazione delle Procure locali, nelle province di Milano, Brescia, Taranto e Bari, mentre tre sono appunto i denunciati di cui uno residente in Germania e per il quale è stata interessata l’Autorità giudiziaria tedesca.

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