Lodi, 26 luglio, filiale Bpl di piazzale Tre Agosto. Sordio, 16 settembre, agenzia Intesa-San Paolo. Melegnano, 19 settembre, sportello Credito artigiano. Sono i luoghi delle ultime tre rapine in banca avvenute nel territorio, segno che il fenomeno è lungi dall’essere debellato e continua a preoccupare i lavoratori. Anche perché, al di là del bottino, i colpi toccano soprattutto gli impiegati allo sportello, vittime involontarie di singoli malviventi o di bande organizzate. Come quella che lo scorso luglio è entrata in azione in maniera “chirurgica” alla filiale Bpl di Lodi, piazzale Tre Agosto: i rapinatori, armati e preparati, hanno legato il personale e atteso l’apertura della cassaforte. Proprio alla luce degli ultimi colpi, consapevoli che la situazione possa e debba essere migliorata, i sindacati dei “colletti bianchi” tornano ora all’attacco, chiedendo più attenzione alla tutela dei lavoratori. Oggi incontreranno il nuovo prefetto di Lodi, Matteo Piantedosi, per proseguire il cammino iniziato lo scorso maggio con il precedente prefetto Peg Strano Materia.
Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil e Uilca denunciano da tempo che i sistemi di sicurezza delle filiali lodigiane sono «insufficienti per la tutela dei lavoratori in caso di rapina». Non solo, i sindacati ritengono «inadeguate» le misure di sicurezza previste dal “protocollo provinciale” anti-rapine attualmente in vigore. Un accordo, quest’ultimo, siglato proprio in prefettura a Lodi nel 2008, alla presenza dei rappresentanti dell’Associazione bancaria italiana, ma non sottoscritto dai sindacati dei bancari. I quali continuano a ripetere che il “protocollo” - redatto proprio ai tempi del prefetto Strano Materia - serva più a proteggere le banche e i soldi custoditi nelle filiali che i dipendenti, spesso esposti alla furia dei rapinatori.
L’incontro odierno tra il prefetto e i sindacati arriva alla luce del «persistente aumento delle rapine nelle filiali bancarie del territorio lodigiano», così scrivono i sindacati in un volantino distribuito ai lavoratori negli scorsi giorni. Rapine che, in alcuni casi, hanno «provocato conseguenze fisiche nei confronti dei colleghi». L’esempio del colpo in piazzale Tre Agosto a Lodi è emblematico in tal senso. «E dunque - afferma il segretario della Fisac Cgil, Claudio Manara, parlando anche a nome delle altre sigle - riteniamo opportuno informare il nuovo prefetto sul percorso che avevamo intrapreso con il suo predecessore per cercare di risolvere il problema delle rapine negli sportelli bancari. Un problema che persiste, basta pensare alla recente rapina consumata nella filiale della Intesa-San Paolo di Sordio, a cui ha fatto seguito anche un presidio sindacale». L’obiettivo dell’incontro di oggi sarà fare un passo avanti rispetto al “protocollo provinciale” anti-rapine firmato tre anni fa in prefettura da prefetto e Abi. «Un protocollo - denuncia Manara - che non rappresenta un’arma vincente perché mira a tutelare soprattutto il capitale. Si può fare di più».
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