Rifiuti a Lodi, l’assedio si stringe

La città di Lodi è sotto “assedio” per colpa degli “eco-furbetti”. Il cerchio si stringe: dopo i computer, le tv e i mobili abbandonati a fianco dei cassonetti, adesso le “mini discariche” spuntano anche in centro.

È ormai evidente che gli “eco-furbetti” non si fanno più problemi: snobbano cartelli e stanghe, opportunamente posizionati per evitare gesti incivili, e colpiscono (quasi) sempre nelle stesse zone, specialmente quando devono scaricare l’immondizia più ingombrante. Alcuni, inoltre, sono disposti a tutto pur di evitare la raccolta differenziata: invece di dividere accuratamente carta, plastica, vetro e umido, rispettando giorni e orari per il ritiro da parte dell’Astem, preferiscono buttare tutto nel “calderone” e sbarazzarsi del “malloppo” nel primo angolo disponibile.

Ci sono poi alcuni punti in cui gli automobilisti indisciplinati si sono specializzati in un vero e proprio “lancio del sacchetto”. Tanto che tutti gli altri conducenti in transito se li ritrovano quasi in mezzo alla carreggiata. Succede per esempio al Chiosino, in corrispondenza della rotonda che conduce a Lodi Vecchio o in tangenziale. Oppure nei pressi dell’ospedale, alla rotatoria realizzata vicino alla pista per l’elisoccorso.

Le zone nel mirino

Certe cose, non cambiano mai. Alla Barbina, come al solito, c’è chi ha già pensato di lasciare una lavatrice e un cumulo di calcinacci, pneumatici, vestiti. Tre passi più in là e si vede la stanga posizionata dal Parco Adda Sud per evitare strane incursioni in campagna. Dal momento che è impossibile oltrepassarla, gli “eco-furbetti” scaricano tutto davanti all’accesso sbarrato. Lo stesso accade in riva all’Adda, sulla strada che porta al Belgiardino.

Le “mini discariche”

In via Lago d’Iseo, rispetto a qualche mese fa, non è cambiato proprio niente: la “mini discarica” è ancora al suo posto, isolata in un campo a cui nessuno sembra badare. Materassi, un asse da stiro e un triciclo balzano subito all’occhio, ma è sufficiente avventurarsi nel piccolo appezzamento di terreno per scoprire dei detriti nascosti dall’erba: provengono quasi sicuramente da un cantiere edile.

Se si prosegue verso la città bassa, dirigendosi verso il Borgo e la Maddalena, le sorprese non mancano. Alcuni residenti si erano lamentati per il frequente abbandono di rifiuti in piarda Ferrari, dove infatti si intravede un passeggino tra i bidoni e, pochi passi più avanti, in via dei Pescatori, un mobile lasciato accanto ai contenitori.

Alla Martinetta, in fondo a via Torino, la “montagnetta” di immondizia è sempre lì, con in cima una gomma.

Sotto il manto erboso si notano chiaramente gli altri rifiuti, pezzi di cemento, di plastica e, ancora una volta, di materiale in arrivo dai cantieri edili.

Sia alla Martinetta che nella zona dei Laghi, per i “vandali della sporcizia” è più facile agire indisturbati e scaricare senza che nessuno se ne accorga.

Cestini presi di mira

E anche se molto probabilmente non sarà colpa degli “eco-furbetti”, pure i cestini hanno i loro problemi: negli ultimi tempi è sempre più facile imbattersi nei contenitori abbandonati per strada, completamente sganciati dal tubo di metallo sul quale normalmente si reggono. È successo in città bassa, in piarda Ferrari, in via Cavallotti e nei pressi del ponte: il tubo che li sosteneva non c’è più, è stato portato via. Forse c’è chi preferisce il metallo dei cestini al rame dei cimiteri.

Sotto assedio per colpa degli ecofurbetti. Il cerchio si stringe: dopo i computer, le tv e i mobili abbandonati a fianco dei cassonetti, adesso le “mini discariche” spuntano anche in città. È ormai evidente che gli inquinatori non si fanno più problemi: snobbano cartelli e stanghe, opportunamente posizionate per evitare gesti incivili, e colpiscono (quasi) sempre nelle stesse zone, specialmente quando devono scaricare l’immondizia più ingombrante

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