Rifiuti, rivolta contro il “porta a porta”

Terrorizzati dal “porta a porta”. Alcuni residenti della zona Laghi si sentono proprio così, al solo pensiero di veder svanire i cassonetti la faccia si trasforma in una smorfia e il primo commento è fatto solo di una parola: «No». Più di un cittadino è convinto che con la “rivoluzione” che il Comune vorrebbe introdurre nei diversi quartieri, a partire dai Laghi, la situazione potrebbe solo peggiorare. Per il momento, però, è bene sottolinearlo, l’Astem sta ancora elaborando il progetto, dopo che la raccolta rifiuti “porta a porta” è stata introdotta nel centro storico e sul Passeggio.

Ai Laghi, infatti, gli ecofurbetti sono spesso scatenati, sempre pronti ad abbandonare immondizia ingombrante nei punti più disparati: sedie, tavolini, cuscini, qualche materasso e i “tradizionali” sacchetti di scarti non differenziati. All’incrocio tra via Lago d’Iseo e via Lago Trasimeno, inoltre, la piccola discarica più volte segnalata è ancora lì, con la sua montagna di stracci e sporcizia. «La raccolta differenziata la facciamo - puntualizza un abitante di via Lago di Garda, con una certa esperienza in tema di ecofurbetti -, il problema sono le piccole imprese edili che qualche volta vengono qui a scaricare! Una volta hanno portato otto damigiane rotte, un’altra volta, due mesi fa, hanno lasciato per terra il materiale proveniente dai cantieri, così abbiamo preso il numero di targa e abbiamo subito avvisato i vigili. Sono accorsi sul posto, nonostante i responsabili se ne fossero già andati, gli agenti sono riusciti a risalire ai responsabili in pochissimo tempo e li hanno fatti tornare a riprendersi la loro roba. Forse servirebbero delle telecamere per curare chi le combina grosse».

In via Flora Tresseni marito e moglie sollevano una “raffica” di dubbi, proprio come la maggior parte degli intervistati, a partire dalla qualità del servizio di raccolta: nessuno vuole restare con i sacchetti stracolmi di immondizia in casa o davanti alla porta d’ingresso. «Tutti dovrebbero rispettare le regole e gli orari, tutti dovrebbero avere senso civico, ma sappiamo già che non è così - spiega la moglie -. E chi non ha lo spazio per tenere carta e vetro in appartamento cosa fa? Senza contare che la fila di sacchetti per la strada attira animali e causa altra sporcizia». Il marito condivide il ragionamento, ed è sicuro che preferirebbe «continuare a buttare via l’immondizia quando ho la necessità di farlo».

Il caso del Passeggio, citato da più di un residente, serve solo a rendere più resistente il muro di “no”: «Speriamo che poi non diventi come il Passaggio, dove in certi momenti c’è proprio da vergognarsi».

I più moderni avanzano nuove proposte: i cassonetti “interrati” che compaiono solo all’occorrenza o uno sconto sulla tassa rifiuti per chi eccelle nella raccolta differenziata, in modo da incentivarla.

Tra i residenti del quartiere dei Laghi, qualcuno che se la sente di scommettere sul “porta a porta” c’è: «Basterebbe che la gente avesse buon senso - commenta un 90enne -, in questo modo i furbi la pianterebbero di lasciare in giro la roba e si potrebbero dare anche delle multe a chi non rispetta le regole della raccolta».

Una signora con le borse della spesa cammina in via Lago di Garda, è una lodigiana al cento per cento e forse “azzecca” subito il problema: «Non c’è ancora l’educazione per questo tipo di novità. Prima bisogna insegnare ai cittadini come fare e poi allora sì che la città sarà pulita. Quando incontro per strada i ragazzini che buttano la carta per terra e il cestino è a due passi di distanza, chiedo sempre perché lo fanno. Mi rispondono “fa niente”, ma fa nient l’a mai laurad».

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