Rimborsi, Santantonio va alla riscossa

«Mai utilizzato i soldi pubblici in Regione per fini personali»

A finire nella schiera di coloro che hanno speso i soldi dei cittadini per i pranzi e la Nutella, Fabrizio Santantonio non ci sta: «Non ho mai utilizzato i soldi pubblici per fini personali - dichiara l’esponente Pd, in corsa per le elezioni regionali dopo che il suo mandato è stato interrotto con la caduta della giunta Formigoni -. Questi sono atteggiamenti che mi sono estranei, anche per stile e comportamento, chi mi conosce lo sa. È una vicenda che mi penalizza pesantemente ma è ingiusta per la mia storia e per il mio modo di essere».

L’inchiesta sui rimborsi del consiglio regionale della Lombardia ha coinvolto anche il Lodigiano, Fabrizio Santantonio è indagato dalla Procura di Milano insieme all’ex consigliere Gianfranco Concordati. Le indagini coinvolgono altri 27 consiglieri d’opposizione e 62 consiglieri di Pdl e Lega nord, per i rimborsi ottenuti tra il 2008 e il 2012.

Ieri mattina Santantonio ha convocato una conferenza stampa alla Coldana per ribadire ancora una volta qual è la sua posizione, un appuntamento al quale ha invitato anche amici e sostenitori, proprio per chiarire nel modo più trasparente possibile i fatti. Tra il pubblico il segretario provinciale Pd Mauro Soldati, l’ex presidente del consiglio comunale di Lodi Paolo Colizzi e diversi amministratori del territorio. «Non sono condannato, non sono rinviato a giudizio, sono indagato e basta - dice il consigliere, mostrando ai presenti l’avviso di garanzia che gli è stato recapitato -. Mi hanno portato un avviso di garanzia nel quale non mi dicono per cosa sono indagato e nel quale non mi chiamano all’interrogatorio. Ho speso 282 euro per due missioni a Roma nell’adempimento del mio dovere, spese riconosciute dal regolamento e dalla legge, qui non ci sono scontrini per cartucce e banchetti di nozze!».

L’esponente Pd non nasconde la sua arrabbiatura e nemmeno la sua profonda amarezza: «Io non posso, non voglio e non merito di essere coinvolto e accomunato a vicende con le quali non ho nulla a che fare - sottolinea Santantonio -, non ci sto ad essere messo nello stesso calderone, anche perché la mia onorabilità è la mia forza. Mi sento pugnalato alle spalle, non lo merito ma non lo meritano nemmeno il mio partito, le mie figlie e i miei genitori».

Santantonio ricorda di essersi sempre battuto contro lo spreco di soldi pubblici per fini meramente personali e ha spiegato che la sua intenzione, nelle prossime tre settimane di campagna elettorale, sarà quella di portare avanti i temi che gli stanno a cuore. «Non parlerò più di questa questione sui giornali - dichiara - ma sarò obbligato a farlo in tutti gli incontri, lo farò comunque con impegno e adrenalina. Spero che il consenso nei miei confronti sia significativo, la prima risposta di fronte a quello che è accaduto è la mia storia, una storia che metto a disposizione delle 8mila persone che la volta scorsa hanno scritto il mio nome sulla scheda elettorale. Da domani (oggi per chi legge, ndr) tornerò alla normalità».

Durante la competizione elettorale, il consigliere Pd punterà l’attenzione sui disoccupati del Lodigiano, sui pendolari alle prese con i disservizi, sui padri e le madri separati che si trovano in condizioni disperate. «Voglio ricordare che questa campagna è stata voluta fortemente dal Pd, che ripetutamente ha chiesto le dimissioni di Formigoni. Non solo per le questioni giudiziarie, ma per una storia, quella del centrodestra, arrivata ormai al capolinea e caratterizzata dall’incapacità di dare risposte a una Lombardia che sta cambiando».

Santantonio si augura che l’inchiesta giunga al termine velocemente: «Spero davvero che questa vicenda finisca presto - conclude -. Mi auguro che a quel punto i giornali possano titolare in prima pagina che Santantonio è un galantuomo».

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