Rimesso in libertà lo scippatore

«L’ho fatto perché non ho un lavoro»: così si è giustificato in tribunale A.B., il 37enne originario della provincia di Catania ma residente da tempo a Lodi che sabato alle 13 è stato consegnato alle volanti della polizia da alcuni cittadini che l’avevano bloccato mentre fuggiva, in bicicletta, dopo aver scippato una donna di 80 anni, C.D.B., anche lei originaria, ironia della sorte, dei dintorni di Catania. Il siciliano risulta incensurato e per questo il giudice Angela Scalise l’ha rimesso in libertà, imponendogli però la misura dell’obbligo di firma tutti i giorni, festivi esclusi, presso la questura in piazza Castello. Almeno fino al processo fissato per la fine di settembre, quando, come preannunciato dal difensore d’ufficio avvocato Gianluca Sala, l’uomo potrebbe decidere di patteggiare. È accusato di un’aggravante specifica del furto, il “furto con strappo”, per una pena da uno a sei anni, e rischia di dover rispondere anche di un’ulteriore aggravante, la “minorata difesa”, dato che la vittima era molto anziana e di costituzione fragile. La donna, che tra l’altro stava tornando dall’ospedale, dove aveva visitato un conoscente, è stata avvicinata alle spalle dallo scippatore in via Lago Gerundo e senza riuscire a opporre resistenza si è ritrovata senza borsetta. Ha avuto però la forza di chiedere aiuto a una coppia di passanti in auto, residenti a Montanaso, che hanno inseguito il ciclista bloccandolo, con l’aiuto di altri testimoni, in via Sottocorno. La refurtiva è stata interamente recuperata e l’uomo ha passato il fine settimana nelle camere di sicurezza della questura. Scuro di carnagione, e molto abbronzato, è stato fotosegnalato e a questo punto gli investigatori stanno cercando di incrociare la sua fisionomia con la descrizione degli scippatori che nelle ultime settimane hanno colpito in città. In particolare per un colpo avvenuto con modalità simile alle Fanfani.

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